Roma, 8 giu. (Adnkronos) - Azione-Iv ha presentato oggi a Montecitorio una proposta di legge che verrà depositata a Camera e Senato ed "è tesa a regolare l'accesso ai social dei minori", ha spiegato il capogruppo Matteo Richetti in una conferenza stampa con Carlo Calenda, Mara Carfagna, Elena Bonetti e Giulia Pastorella. "Oggi la situazione è molto allarmante. Le famiglie -sottolinea Calenda- sono lasciate sole in una condizione in cui di fatto c'è un far west. L'81% degli adolescenti è su Instagram, l'iscrizione ai social comincia dai 11 anni, oltre la metà dei giovani utilizza lo smartphone per più di 3 ore al giorno. E gli effetti sono lo sviluppo della dipendenza, la depressione, la crescita dei disturbi dell'alimentazione e del sonno, il cyberbullismo. Una normativa ci sarebbe già: in Italia si potrebbe eccedere ai social solo dai 14 anni in poi. Ma non c'è nessun tipo di controllo". Di qui la proposta di Azione-Iv che prevede "di innalzare letà per esprimere il consenso al trattamento dei dati per laccesso ai social da 14 a 15 anni; di vietare laccesso ai social ai minori di 13 anni e permetterne lutilizzo tra i 13 e i 15 anni solo con il consenso dei genitori; di stabilire un processo di certificazione delletà, mediante un meccanismo che confermi la presenza dei requisiti anagrafici dellutente per laccesso alla piattaforma; tale meccanismo sarà utilizzabile anche per tutti gli altri siti a maggior rischio per i minori". Sono previste anche sanzioni e ci si rifà al Regolamento Ue in merito che "prevede multe fino al 4% del fatturato globale". Un modello può essere quello della Francia sul quale "ci siamo confrontati" con gli omologhi francesi, spiega la ex-ministra Bonetti. La legge francese, approvata a marzo scorso, "vieta lutilizzo dei social ai minori di 15 anni senza il consenso dei genitori; obbliga controlli più severi sulletà degli utenti da parte dei social media; prevede pesanti sanzioni per le violazioni in capo ai social media (fino a 1% del fatturato). Nella proposta di Azione-Iv si spiega che "la soluzione che proponiamo per la verifica delletà è fondata non solo sullesigenza di proteggere il minore dai rischi connessi alluso di alcuni servizi, ma anche di evitare che le piattaforme social, per adempiere allobbligo di verifica, usino sistemi intelligenza artificiale, dati biometrici che incrementano la loro disponibilità di dati personali degli utenti". "Prevedere che la verifica delletà del minore avvenga con una parte terza cioè con un operatore, che può essere la carta di identità elettronica o uno degli Identity Provider privati accreditati che fornisce una credenziale anagrafica in forma anonima consente di rendere effettiva e certa la verifica delletà degli utenti; di minimizzare i dati degli utenti trasmessi al gestore del servizio; di preservare lanonimato, perché che certifica letà (senza rilasciare alcun dato di identità) dellutente". Sulle soluzioni tecniche, osserva Calenda, "si può sempre discutere e se si aprisse una discussione parlamentare vera e approfondita potremmo arrivare anche a soluzioni diverse e migliori. Quello che non è più ammissibile è che, visto che non sono state ancora trovate soluzioni convincenti per tutti, allora si fa finta che il problema non esista e non debba essere affrontato". "I nostri figli si aggirano in un luna park in cui però si propagandano l'anoressia, il bullismo, l'istigazione al suicidio. Noi -spiega Mara Carfagna- pensiamo che questo luna park vada chiuso per i più piccoli, per i pre adolescenti che sono più a rischio di certe suggestione. Si tratta di un'emergenza sociale che è altrettanto evidenti e provata quando il buco dell'ozono o il cambiamento climatico". Secondo Carfagna occorre "educare a un uso consapevole dei social network che sono oggi un mercato globale che ha agito senza alcun tipo di regola e limitazione riguardo all'accesso dei più piccoli. Ed è paradossale perchè esistono per tutto il resto come il cinema vietato ai minori. E' un mercato che rischia di essere dannoso e nocivo per lo sviluppo psicologico dei nostri ragazzi".