(Adnkronos) - La nota, preceduta da un incontro tra vertici nel Palazzo di giustizia, si è resa necessaria dopo che le indiscrezioni hanno trovato eco sulla stampa dove si riporta un tentativo da parte dei vertici investigativi di far finire le richieste di fermo (circa 70 su cui si era discusso a febbraio, ma che non si sono mai concretizzate) sul tavolo di uno specifico giudice. Un'ipotetica volontà di scelta bloccata dall'Ufficio del settimo piano e che avrebbe violato "l'autonomia della valutazione giurisdizionale" che impone il rispetto del giudice naturale. Roia, presidente facente funzione del tribunale di Milano, difende la terzietà del giudice, così come la richiesta avanzata dalla procura di sottoporre al gip la richiesta dei reati associativi, impostazione che la procura legittimamente continua a sostenere nel ricorso al Riesame, che sarà un ulteriore "vaglio" previsto dal sistema processuale. Si ricorda anche che in un altro recente procedimento si è pervenuti "all'assoluzione in esito a giudizio abbreviato o il proscioglimento al termine dell'udienza preliminare degli imputati" dal reato associativo, a dimostrazione dell'autonomia di valutazione. A prescindere dal merito della vicenda che riguarda l'inchiesta della Dda che cerca di dimostrare l'esistema di una 'confederazione' di mafie in Lombardia, il comunicato sottolinea l'autonomia del giudice, già emersa in altre occasioni. "Su queste coordinate di intervento e di rispetto della distinzione dei ruoli, la sezione Gip-Gup del Tribunale di Milano ha inteso operare anche in questa vicenda che ha registrato l'assoluto rispetto delle regole codicistiche e di organizzazione del lavoro giudiziario" conclude il presidente Roia.