Milano, 12 mag. (Adnkronos) - La Procura di Milano è al lavoro per valutare le prime iscrizioni nel registro degli indagati in relazione all'incendio seguito all'esplosione di un furgone carico di bombole di ossigeno avvenuto ieri nel quartiere di Porta Romana, a Milano. A quanto si apprende, le prime iscrizioni dovrebbero riguardare il rappresentante legale e altri responsabili dell'azienda di autotrasporti proprietaria del furgone; l'ipotesi potrebbe essere quella di cooperazione colposa nei reati di disastro colposo e lesioni colpose ai danni dello stesso autista del mezzo e della suora 89enne rimasta ferita cadendo durante le operazioni di evacuazione dei bimbi della scuola. Le iscrizioni, anche a garanzia degli indagati, riguardano la possibilità che siano state violate le normative sul trasporto dei materiali speciali. Da quanto risulta in procura, infatti, non sarebbe stato trovato alcun estintore riferibile al furgone. E la cosa potrebbe voler dire che il mezzo non avesse dispositivi di sicurezza in dotazione. Intanto i carabinieri, che indagano con i vigili del fuoco e con la polizia giudiziaria della procura, hanno effettuato alcuni sopralluoghi nell'azienda, che ha sede in provincia di Novara, per acquisire documenti e immagini. L'inchiesta, coordinata dall'aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Luca Gaglio, punta a chiarire, tra le varie possibilità, quella che l'incendio possa essere partito dal furgone per un problema tecnico e aver poi impattato sulle bombole di ossigeno, o che si sia verificata una perdita da una delle bombole, che avrebbe di conseguenza provocato l'esplosione. Di certo le prime fiamme sarebbe partite dalla zona dei pedali di guida. Tra gli abiti indossati ieri dal conducente che sono stati immediatamente posti sotto sequestro, i pantaloni presentavano bruciature molto estese ed evidenti nelle parti più basse. L'uomo avrebbe poi tentato di spegnere il principio di incendio a mani nude e per questo avrebbe riportato ustioni anche alle mani.