Roma, 22 ago. (Adnkronos) - "Antonio Martino, un conservatore di radicate convinzioni liberali, amava ricordare che le democrazie non si caratterizzano per il governo, che anche le dittature hanno, ma per lopposizione, che tanto più credibile e vigorosa è, tanto più è credibile la democrazia di un Paese. Parto da questa considerazione per esprimere il mio apprezzamento per come il ministro Crosetto ha gestito il caso Vannacci, attaccato dalle fila della sua coalizione. Lunica responsabilità politica che gli imputo, casomai, è quella di non avere voluto cogliere levidente profilo reazionario e certamente non liberale della maggioranza Meloni, sui diritti e non solo". Lo scrive su Facebook il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova. "Crosetto ha ragione quando sottolinea che in questo caso non si tratta di difendere la libertà di espressione, il free speech, ma di altro. Vannacci è stato e continuerà a essere libero di esprimersi avendo come unico limite la legalità. Ma un generale - sottolinea Della Vedova - è un servitore e un difensore della Repubblica: lItalia da difendere oggi non è unarea geografica delimitata dai confini internazionalmente riconosciuti, ma un Paese democratico fondato sulla Costituzione. Se tu metti in discussione principi basilari come quello della non discriminazione, non puoi al contempo servire lo Stato italiano, per di più in un ruolo così importante. Non centra nulla la libertà di pensiero". "Ultimo punto, la questione della dittatura delle minoranze, evocata dai difensori del libro di Vannacci. Se la democrazia si misura con lo spazio per le opposizioni, come evocava Martino, la libertà di un Paese si misura con quella di cui godono le minoranze, non certo con quella delle maggioranze che determinano le leggi", conclude Della Vedova.