Roma, 31 ott. (Adnkronos) - La Procura di Roma ha chiesto la condanna a due anni e 2 mesi per lex capo dipartimento del Ministero dellIstruzione, Giovanna Boda, che ha scelto il rito abbreviato nel procedimento per corruzione in relazione agli appalti Miur. Il pm Carlo Villani ha sollecitato altre quattro condanne per altrettanti imputati che hanno optato per il rito alternativo, da 3 anni e 4 mesi a una pena di 10 mesi. Per Boda le accuse sono di corruzione per un atto contrario al dovere di ufficio e rivelazione di segreto dufficio. Il pm nella sua requisitoria ha valutato la collaborazione data da Boda alle indagini, sottolineando come la ex funzionaria sia stata offuscata dal potere che lha portata a un delirio di onnipotenza. Nellambito della stessa inchiesta, condotta dalle Fiamme Gialle, è già aperto il processo in rito ordinario che vede imputato limprenditore Federico Bianchi di Castelbianco e altre 8 persone. Alla scorsa udienza preliminare il gup aveva anche ammesso la costituzione di parte civile di Miur e Presidenza del Consiglio. Le contestazioni per Boda e per limprenditore sono di corruzione per un atto contrario ai doveri dufficio, corruzione per lesercizio della funzioni, rivelazione e utilizzazione di segreti dufficio. Secondo laccusa, Boda, incaricata della realizzazione delle procedure per selezionare progetti scolastici, riceveva indebitamente la dazione e la promessa delle somme di denaro e delle utilità per sé e per terzi per un totale di oltre 3,2 milioni di euro per l'esercizio delle sue funzioni e/o dei suoi poteri nonché per il compimento di una pluralità di atti contrari ai doveri di ufficio da Bianchi Di Castelbianco. Nellatto di accusa i pm contestano a Boda anche di aver rivelato a Bianchi di Castelbianco notizie d'ufficio che avrebbero dovuto rimanere segrete. In particolare, anticipava via e-mail allimprenditore prima della sua pubblicazione, la bozza del bando per il finanziamento di progetti scolastici per il contrasto della povertà educativa, e invitava e lo faceva partecipare a riunioni tenutesi presso il Ministero nelle quali si doveva decidere la ripartizione dei finanziamenti alle scuole a valere sulla Legge n. 440/1997, demandando anche allo stesso imprenditore la decisione finale su tale suddivisione.