Milano, 5 apr. (Adnkronos) - A partire dal 2017 quattro opifici cinesi avrebbero realizzato accessori per il marchio Giorgio Armani. E' quanto emerge nell'inchiesta della procura di Milano che ha portato i giudici della Sezione misure di prevenzione a decidere per l'amministrazione giudiziaria (per un anno) di Giorgio Armani operations spa. L'esternalizzazione della produzione è prassi piuttosto comune, anche per i brand di lusso, ma in questo caso le risultanze investigative hanno svelato che sebbene la produzione fosse ufficialmente affidata a società come la Manifatture Lombarde srl e la Minoronzoni srl, senza la possibilità di sub-appaltare la produzione, in realtà tali beni erano "concretamente prodotti" dagli opifici cinesi, "operanti in regime di sfruttamento dei lavoratori". Negli opifici cinesi "sono stati rinvenuti i beni con marchio Giorgio Armani (le borse, le cinture) e l'originalità di tali prodotti non è in discussione" si legge nel decreto firmato dai giudici. "Non risulta alcuna autorizzazione chiesta alla Giorgio Armani Operations dalle citate società appaltatrici per i sub-appalti ai cinesi (non vi era alcun contratto scritto tra la società appaltatrice ed i laboratori cinesi)" si precisa. Ai lavoratori, in nero o clandestini, veniva 'affidata' la produzione mentre agli intermediari sarebbe spettato il controllo qualità. La vicenda fotografata dalle indagini relativa alle quattro ditte cinesi è per il collegio (presidente Paola Pendini, giudici Maria Gaetana Rispoli e Giulia Cucciniello) "un campanello di allarme sintomatico di una più estesa e diffusa organizzazione della produzione. Non si tratta di fatti episodici o limitati a singole partite di prodotti, ma di un sistema di produzione generalizzato e consolidato, tenuto conto che tale modus operandi è stato riscontrato non solo in relazione a differenti categorie di beni (borse, cinture, ecc), ma si ripete, quantomeno dal 2017 sino ai più recenti accertamenti dello scorso febbraio".
Caporalato: giudici su Armani Operations, 'sistema prosegue da almeno 7 anni'
5 aprile, 2024 • 10:55