Roma, 12 giu (Adnkronos) - "Siamo stati sempre avversari ma prevale ma in questo momento il grande rispetto che si deve a un protagonista della vita politica italiana". Elly Schlein è stata una delle prima a fare le condoglianze per Silvio Berlusconi. Ironia della sorte, il Cavaliere è scomparso nel giorno in cui il Pd avrebbe dovuto tenere una Direzione nazionale, rinviata per "rispetto". Quasi un destino, per uno dei leader più longevi della storia della Repubblica che ha incrociato tante volte il suo destino con quello della sinistra. Ma che rapporto ha avuto Berlusconi con la sinistra, i suoi partiti, i suoi leader? Tra Berlusconi la sinistra sono state spesso scintille. Non fosse altro che al tempo della sua discesa in campo, nel '94, il Cav pensò bene di sbaragliare la "gioiosa macchina da guerra" di Achille Occhetto e dei Ds. Da lì in poi, Berlusconi è stato il 'target' numero uno della sinistra, il "Grande nemico". Fino a diventare il collante per tutto il fronte progressista pur di combatterlo. Un sentimento andato oltre i partiti, se per Nanni Moretti Berlusconi diventa il Caimano e se (molti anni dopo) Michele Santoro ingaggia un memorabile duello in Tv concluso dal Cavaliere che spolvera una sedia prima di sedersi. Sui rapporti tra Massimo D'Alema e Berlusconi sono stati versati fiumi di inchiostro, fino al 'patto della crostata' del '97, sulle riforme. (Adnkronos) - E che dire dei duelli con Rosy Bindi sul ruolo delle donne (celebre la battuta di Berlusconi "lei è sempre più bella che intelligente")? Ma negli anni la 'tensione' tra sinistra e Berlusconi non si è allentata, se Walter Veltroni nella campagna elettorale (persa) della nascita del Pd si rifiuta di pronunciare il nome di Berlusconi chiamandolo "il principale esponente dello schieramento avversario". Per Beppe Grillo, poi, il Cav è lo "psiconano". Forse il primo a tendere la mano (non metaforicamente) a Berlusconi è stato Pier Luigi Bersani (che pure lo appellava come 'il Giaguaro'): quando il leader di FI viene ferito e finisce in ospedale, il leader del Pd va a trovarlo. Un gesto di grande sensibilità, sempre riconosciuto da Berlusconi. Solo Romano Prodi, probabilmente, è riuscito mantenere il rapporto con Berlusconi esclusivamente sul piano politico. Fino a Matteo Renzi, che con il Cav ha stretto il Patto del Nazareno e che lo stesso Berlusconi, si è sempre detto, avrebbe voluto come suo erede politico.