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"Cosa è rimasto del Movimento del '68? Ecco cosa è rimasto (indica la moglie Marina): più delle storie d'amore credo che non ci sia niente. Perché vedi, le rivoluzioni finiscono, le storie d'amore no". Sono le ultime parole pubbliche che Claudio Lolli lo scorso anno ha consegnato a Repubblica. Poi la malattia, vissuta al riparo da occhi indiscreti, e ieri la notizia della morte. Claudio Lolli, il poeta della disillusione, il cantautore colto e raffinato, è morto ieri a Bologna, la sua Bologna. Aveva 68 anni e aveva iniziato a cantare tra i tavoli dell'Osteria delle Dame. Lo scoprì Francesco Guccini che lo trascinò con sé alla Emi. Nel '72 uscì il suo primo disco, "Aspettando Godot". [embed]https://www.youtube.com/watch?v=Ee8XiILtHaU[/embed] In breve tempo divenne uno dei cantautori simbolo della scena artistica italiana. Nel '76 uscì il suo disco più noto: Ho visto anche degli zingari felici [embed]https://www.youtube.com/watch?v=_Mb5RnDF7CY[/embed] Dopo anni di silenzio era tornato alla canzone pubblicando Il grande freddo (uscito nel 2017 grazie a un crowdfunding) premiato con la Targa Tenco per il miglior album dell'anno. “Ci siamo conosciuti nel 1976 - ha raccontato sua moglie Marina - ci siamo messi insieme, non ci siamo più lasciati”. Il 1976 fu l’anno che rivelò Claudio Lolli con Ho visto anche degli zingari felici. Quasi un tormentone, per gli anni che seguirono. “Ci siamo sposati – racconta Marina – abbiamo avuto due figli, Tommaso e Federico. Ma la vita artistica, ecco, quella era solo sua. Naturalmente lo seguivo, andavo ai suoi concerti, ma rimaneva la sua vita artistica”. E’ scomparso all’improvviso, “è stato tutto così rapido”. Non era malato, dice Marina. Certo si muoveva con qualche difficoltà, ma era “tutto sotto controllo”. Il giorno di Ferragosto, però, non si sentiva bene. Oggi ha chiesto che fosse chiamata un’ambulanza, il suo cuore si è fermato nel tragitto verso l’ospedale. “Il suo disco di inediti, Il grande freddo, è di talmente pochi mesi fa – ricorda Marina -. E’ vero, per tanti è rimasto il cantautore degli Zingari felici, ma è assurdo bloccarlo in quella fotografia di così tanti anni fa. E’ stato anche molto altro”. "A differenza di quanto diceva Gaber, secondo me la mia generazione ha vinto. Io ho 67 anni: la situazione della donna oggi è molto migliorata e così la relazioni autoritarie in famiglia, nella scuola, nella società. E tutto questo l'abbiamo fatto noi. E ti dico anche una cosa importante: l'abbiamo fatto non con fatica, ma con gioia. ...". (Claudio Lolli, 28 marzo 1950 - 17 agosto 2018)