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Live da Macerata Sono circa diecimila i partecipanti alla manifestazione antifascista organizzata a Macerata dopo la tentata strage di Luca Traini che ha ferito sei migranti per "vendicare" la morte di Pamela Mastropietro. Tra i partecipanti l'europarlamentare Cecile Kyenge, Gino Strada di Emergency, Sergio Staino, Adriano Sofri, Pippo Civati. "Ancora una volta - ha detto Paolo Cognini dei centri sociali delle Marche - i fascismi e i razzismi saranno battuti dalla gente che si e riappropriata della strada". "La Fiom c'è a Macerata, come sempre con le sue modalità pacifiche, aperte e inclusive. In una società in cui le persone sono lasciate sole dilagano fascismo e razzismo. Solo la presenza nelle piazze può garantire la democrazia nel nostro Paese", ha dichiarato Francesca Re David, segretaria generale della Fiom-Cgil che ha partecipato alla manifestazione. Assente, invece, il sindaco di Macerata Romano Carancini, che condivide i motivi alla base della manifestazione antirazzista e antifascista ma non condivide la scelta dei tempi. "Col cuore - ha detto prima del'inizio del corteo all'Agi - sono in piazza ma, per coerenza, riconfermo che la città ha bisogno di respirare". "La politica - sottolinea Carantini - oggi parla a se stessa, mentre una amministrazione locale poi deve fare i conti con la quotidianità. Ad una manifestazione del genere avrebbero partecipato almeno 20mila dei miei concittadini. Non so quanti andranno oggi. Sono stato accusato di indegnità per aver sostenuto che Macerata non doveva ospitare sfilate e manifestazioni di piazza. La mia posizione non cambia. Dopo il clamore mediatico, a noi spetta il compito e il ruolo di ricucire uno strappo anche psicologico che c'e stato. Avevo chiesto solo il tempo per respirare". Decisamente più dura Giorgia Meloni: "Fanno il corteo contro il razzismo, non contro gli spacciatori nigeriani. Siete ridicoli", ha scitto su Facebook il candidato premier e presidente di Fratelli d'Italia, Per quanto riguarda le indagini, la Procura di Macerata ha disposto il fermo dei due nigeriani bloccati ieri e ora accusati di omicidio per la morte di Pamela Matropietro. Con loro sale a tre il numero degli indagati, contando anche Innocent Oseghale, pure lui nigeriano, fermato poche ore dopo il ritrovamento dei resti della ragazza in due trolley. Gli inquirenti ritengono cosi di aver chiuso l'indagine sul delitto della diciottenne romana. Nei loro confronti sono ipotizzati i reati di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere.