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L’Italia, messa a confronto con i soli Paesi membri dell’Unione europea risulta avere le carceri più sovraffollate: 120,3 detenuti per ogni 100 posti, con una media di 1,9 persone per cella. Non solo, messa a confronto con tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa, risulta ai primi posti con il più alto numero di detenuti in attesa di giudizio. Ma andiamo con ordine. Il Consiglio d’Europa ha appena reso pubblico il rapporto “Space 1” curato dal professore Marcelo Aebi e la professoressa Tiago Melanie. Parliamo di un rapporto annuale che il Consiglio d'Europa predispone e diffonde da alcuni decenni per fornire ai Paesi membri una utilissima fonte di dati comparativi relativi ai diversi sistemi penali e penitenziari. Il tasso della popolazione carceraria europea è del 103,2 Dal rapporto Space se ne ricava, quindi, che al 31 gennaio 2020 risultano 1.528.343 detenuti presenti nelle carceri dei 47 Stati membri del Consiglio d'Europa. Ciò corrisponde a un tasso di popolazione carceraria europea di 103,2 detenuti per 100.000 abitanti. Interessante vedere anche i costi. A livello europeo, la reclusione è costata nel 2019 più di 27 miliardi di euro. Più precisamente era di 27.648.474.894 euro. Non solo. Quarantaquattro Paesi hanno fornito anche l'importo giornaliero speso per la detenzione in custodia di un detenuto: a livello europeo, ogni detenuto costava 64 euro al giorno. Il rapporto Space analizza anche lo status giuridico dei detenuti reclusi nelle carceri. Risulta quindi che Il 22% dei detenuti negli istituti penali europei non sta scontando una pena definitiva. Ciò significa che il 22% dei detenuti sono detenuti in custodia cautelare. La percentuale di detenuti che non scontano la pena definitiva varia ampiamente tra Stati: dall'8,5% e il 45% nei Paesi con almeno un milione di abitanti, fino a raggiungere il 79% nei paesi più piccoli. Interessante scoprire che tra i 47 Paesi membri del Consiglio d’Europa, l’Italia è al 14esimo posto per quanto riguarda il numero dei detenuti in attesa di giudizio: con il suo 31 percento, supera di gran lunga perfino la Turchia che si ferma al 16 percento di detenuti in custodia cautelare. Nota di colore: c’è lo Stato di San Marino che risulta l’unico Paese ad avere 0 detenuti in attesa di giudizio. I tassi più alti di sovraffollamento sono in Russia, Turchia, Georgia, Lituania e Azerbaigian Ritorniamo al sovraffollamento. I tassi più alti di popolazione carceraria (cioè più di 250 detenuti ogni 100.000 abitanti) si trovano, sempre secondo il rapporto Space, nella federazione Russa, Turchia, Georgia, Lituania e Azerbaigian; mentre le popolazioni carcerarie più basse (cioè meno di 80 detenuti per 100.000 abitanti) sono distribuiti tra i paesi scandinavi, alcuni paesi delle regioni Balcaniche, Germania, Paesi Bassi e Islanda. Mentre l’Italia, invece, messa a confronto con i Paesi membri della sola Unione europea, risulta avere le carceri più sovraffollate. Sempre al livello Ue, nello stesso periodo, in Belgio c'erano 117 detenuti per ogni 100 posti, in Francia e Cipro 116, in Ungheria e Romania 113, in Grecia e Slovenia 109.Secondo Marcelo Aebi, uno dei professori responsabili del rapporto Space, se si osservano i trend della popolazione carceraria in Italia dal 2000, il Paese sembra avere due strade per risolvere la questione del sovraffollamento. La prima è "ridurre la durata delle pene", e la seconda è "di costruire più prigioni". Ma quest’ultima affermazione sorprende per due importanti motivi. La politica della costruzione di nuove carceri è stata già adottata dal governo precedente con Alfonso Bonafede. Una vecchia ricetta riciclata e stigmatizzata da vari organismi internazionali che si occupano dei diritti umani. Il Cpt è da sempre contrario alla costruzione di nuove carceri E qui veniamo al secondo motivo: tra gli organismi contrari alla costruzione di nuove carceri c’è il comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura (Cpt), che fa parte proprio del Consiglio D’Europa. Nell’ultimo rapporto riguardante l’Italia, il Comitato suggerisce, al fine di ridurre il sovraffollamento, l'applicazione di misure non custodiali in fase cautelare, e di misure alternative alla detenzione, che siano disegnate sulla personalità dell'imputato e la natura della pena inflittagli. Non indica la costruzione di nuove carceri. Anzi, qualche anno fa il Comitato europeo per la prevenzione della tortura (Cpt) sottolineò che costruire nuove carceri per risolvere il problema del sovraffollamento non è la strada giusta, perché «gli Stati europei che hanno lanciato ampi programmi di costruzione di nuovi istituti hanno infatti scoperto che la loro popolazione detenuta aumentava di concerto con la crescita della capienza penitenziaria». Viceversa, «gli Stati che riescono a contenere il sovraffollamento sono quelli che hanno dato avvio a politiche che limitano drasticamente il ricorso alla detenzione». Quindi appare paradossale che uno dei curatori del rapporto del Consiglio d’Europa, si discosti dall’orientamento del Consiglio stesso.