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Il Covid 19 è entrato prepotentemente anche nelle carceri che, però, rimangono piene. Ormai da giorni arrivano sollecitazioni al governo - garanti territoriali compresi - perché introduca efficaci misure deflattive per permettere una sensibile diminuzione della popolazione carceraria, per poter consentire soprattutto l’applicazione dell’assistenza sanitaria e le misure di contenimento all’interno dei penitenziari.Alle ore 20 di lunedì sera erano ben 758 fra i detenuti (distribuiti in 76 penitenziari) e 936 fra gli operatori i casi accertati di positività al virus. Solo qualche giorno prima erano, rispettivamente, 638 e 885. Scoppiato il caso Tolmezzo A quanto pare, però, mancano i dati dei positivi al carcere di Tolmezzo. Nel report del Dap risultano solo 3 detenuti contagiati, ma da fonti interne de Il Dubbio e avvocati come Maria Teresa Pintus che assistono i reclusi al carcere duro, risulta che è stata contagiata una intera sezione al 41 bis. E nelle ultime è emerso che in Alta Sicurezza ci sarebbero 26 persone positive. Per quanto riguarda il carcere di Opera, solo dopo una sollecitazione da parte del segretario generale della Uilpa Gennarino De Fazio, a distanza di qualche settimana finalmente sono comparsi i dati dei contagiati al 41 bis. Anche se, da più parti, giunge notizia che nel carcere milanese risultano contagiati almeno una decina di detenuti in alta sicurezza, come evidenzia la testimonianza che abbiamo pubblicato. Quindi i numeri sarebbero addirittura maggiori da quello che risulta dai dati ufficiali. Come mai l’ennesima distrazione? I Garanti ai presidenti dei gruppi parlamentari del Senato Nel frattempo la Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà ha inviato un appello ai presidenti dei gruppi parlamentari del Senato, dove sta per iniziare l'esame degli emendamenti al decreto Ristori. Un appello affinché il Parlamento adotti «tutte le misure opportune, per poter giungere ad una significativa riduzione del numero delle presenze dei detenuti negli istituti di pena, a partire da quelle già indicate dal Garante nazionale, applicando in modo estensivo e razionale le stesse previsioni previste dal decreto, senza sacrificio della sicurezza sociale, nell’auspicio che le stesse possano andare a beneficio anche dei soggetti più deboli (psichicamente fragili, tossicodipendenti, alcoldipendenti, senza fissa dimora)». I Garanti territoriali auspicano che «la configurazione di queste misure sia tale da facilitare lo scrutinio da parte dei magistrati di sorveglianza, i cui uffici peraltro sono significativamente in sofferenza, e da parte delle procure. Riteniamo pienamente condivisibile e dunque auspichiamo che possa essere accolta anche la proposta di prevedere una liberazione anticipata speciale e la sospensione dell’emissione dell’ordine di esecuzione delle pene detentive fino al 31 dicembre 2021».I garanti sostengono che il carcere è una realtà in cui il rischio della diffusione del Covid-19 è molto alto, e «il fisiologico assembramento di un numero considerevole di persone in uno spazio angusto – conclude l’appello dei Garanti territoriali - non permette, infatti, di rispettare le regole minime di distanziamento fisico e di igiene funzionali alla prevenzione del virus».