Anm al voto della svolta, rischia la spaccatura bipolare
Da oggi a martedì i magistrati sono chiamati a eleggere il nuovo “parlamentino” della loro associazione. Nella prima tornata del “dopo Palamara”, in corsa anche un gruppo “anti-correnti”, Articolo Centouno, e i 4 schieramenti tradizionali (Area, Magistratura indipendente, Unicost e Autonomia e indipendenza), che potrebbero dividersi in due fronti contrapposti
PHOTO Anm chiamata a eleggere il nuovo "parlamentino": urne telematiche aperte da oggi a martedì
Settemila e cento magistrati: sono gli iscritti alla Anm che hanno completato nei giorni scorsi la procedura di registrazione per il voto telematico. Tantissimi – il 78 per cento dei 9.000 iscritti al “sindacato” – considerata la novità della procedura. Urne virtuali aperte da oggi a martedì, per eleggere i 36 componenti del comitato direttivo centrale, il cosiddetto “parlamentino” dell’Anm. Sarà poi il “cdc” a individuare la giunta esecutiva centrale e il nuovo presidente. Il dato sembra indicare una grande volontà di cambiamento. Le urne dell’associazione resteranno dunque aperte per tre lunghi giorni, scandite nel mezzo da un evento clamoroso: la discussione in programma domani al plenum del Csm sulla permanenza di Piercamillo Davigo nella carica di consigliere anche dopo che, da martedì, avrà compiuto 70 anni è sarà dunque congedato dalla magistratura. Tutto in poche ore, con tanti significati e un interrogativo: che forma prenderà l’ indiscutibile aspirazione a un nuovo corso diffusa nella magistratura? Ci si limiterà a individuare e preferire i più giovani fra i candidati proposti dalle 5 liste, o ne sarà premiata qualcuna in particolare?
La lista delle toghe “anti sistema”
Intanto, il panorama della competizione offre alcuni spunti di novità. Uno su tutti, la presentazione di una compagine non presente nella tornata del 2016: si chiama Articolo Centouno. È la creatura di un gruppo di magistrati non del tutto nuovi all’impegno associativo, ma storicamente orientati a una sorta di approccio “anti sistema”. Alcune delle toghe schierate dal Articolo Centouno, ad esempio Andrea Reale e Giuliano Castiglia, vengono dall’esperienza di Proposta B, la corrente alternativa che due “legislature” fa riuscì a eleggere un rappresentante nel direttivo (proprio Reale) e che soprattutto chiede una “palingenesi purificatrice” nell’associazionismo giudiziario. Al punto da apparire come una “corrente anti-correnti”, schierata su posizioni radicali. Ad esempio sul sorteggio per l’elezione dei togati al Consiglio superiore e per la rotazione degli incarichi direttivi. Una rivoluzione. Troverà seguaci tra i 7.100 magistrati che hanno deciso di partecipare al voto?
Le quattro correnti “tradizionali”, mai così divise
L’altro interrogativo riguarda la temuta (da alcuni) bipolarizzazione della dinamica fra le correnti. Com’è noto, oltre alla new entry Articolo Centouno sono in corsa i 4 gruppi associativi tradizionali: Magistratura indipendente, che presenta una lista unica con i colleghi di Movimento per la Costituzione, vale a dire i fuoriusciti da Unicost come Enrico Infante e Antonio Sangermano; Area, che mette in campo il leader uscente dell’Anm Luca Poniz e al cui interno restano alcuni candidati di Magistratura democratica, come Silvia Albano, nonostante i venti di scissione della storica componente di sinistra; Unicost, che propone un altro componente della giunta Poniz, Alfonso Scermino; e Autonomia e indipendenza, la corrente di Davigo, che si affida tra gli altri all’ex togato Csm Aldo Morgigni.
Il bipolarismo, incognita per i magistrati
Se le prime due sigle staccassero nettamente le seconde due, si prefigurerebbe quell’assetto bipolare immaginato da diversi leader dell’associazionismo togato. Uno schieramento “moderato” con al centro “Mi”, e uno progressista imperniato su Area. Con Unicost flagellata dal caso Palamara e attratta da uno dei due poli, e i davighiani in sofferenza per l’uscita di scena, comunque inevitabile sul piano associativo, del loro leader. Tutto sta a capire quanto un riassetto simile possa complicare e irrigidire i rapporti fra l’Anm e la politica. Probabile che un bipolarismo esasperato costringa la nuova maggioranza relativa ad accentuare il conflitto col governo. Forse solo una buona affermazione di Articolo Centouno potrebbe attenuare la distanza fra le altre 4, persino fra Area e “Mi”. Ma sul dopo voto incombe la minaccia di una scissione ad opera proprio della corrente moderata. Ecco perché mai prima d’ora su un’elezione per il parlamentino dell’Anm era sembrata incombere la possibilità di una svolta tanto clamorosa.