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Inizia domani a Siracusa l’evento “Guerra e diritto” organizzato dal Consiglio nazionale forense e dalla Fondazione dell’avvocatura italiana, in collaborazione con l’Ordine degli avvocati di Siracusa e dall’Unione degli Ordini forensi della Sicilia. L’appuntamento è nell’auditorium della Camera di Commercio di Ortigia. Per due giorni avvocati e professori universitari discuteranno sui nuovi scenari che le guerre, soprattutto quelle in Ucraina e sulla Striscia di Gaza, stanno disegnando.
Le quattro sessioni di “Guerra e diritto”, accreditate dal Cnf con il riconoscimento per i partecipanti di 6 crediti validi per la formazione continua, prevedono approfondimenti sul ruolo dei Tribunali internazionali, sul diritto umanitario, sul senso dei confini territoriali e sul delicato ruolo svolto dagli avvocati nelle zone di guerra e di confine. I lavori saranno aperti alle 15 dal Sindaco di Siracusa, Francesco Italia. Il presidente del Consiglio nazionale forense e della Fondazione dell’avvocatura italiana, Francesco Greco, presenterà i contenuti della due giorni siracusana. Nella sessione pomeridiana interverranno Paolo Benvenuti (emerito di diritto internazionale dell’Università Roma Tre) e Giuseppe de Vergottini (emerito di diritto costituzionale dell’Università di Bologna “Alma Mater”). Quest’ultimo affronterà il tema della Costituzione quale limite ai conflitti armati, mentre Julie Goffin (International criminal court bar association) parlerà del lavoro dei tribunali internazionali.
Nella seconda sessione (con inizio alle 17.30) i riflettori saranno puntati sul tema dei confini e dei diritti della persona nella letteratura e nell’arte. I lavori saranno moderati dall’avvocato Mario Napoli, componente del Cnf e del comitato direttivo della Fai. Interverranno Roberto Cazzola (“I limiti, confini e sentimenti”) e Alberta Bollati (“La finestra nell’arte”).
Sabato, con inizio dalle ore 10, si terrà la tavola rotonda intitolata “Essere avvocati in zone di guerra e di confine”. Coordinerà i lavori Vittorio Minervini (componente del Cnf e vicepresidente della Fondazione dell’avvocatura italiana). Sono previsti gli interventi di Leonardo Arnau (componente Cnf e coordinatore della commissione diritti umani del Consiglio nazionale forense) e Paolo Bargiacchi (ordinario di diritto internazionale dell’Università degli Studi di Enna “Kore”.
Durante l’ultima sessione (alle ore 11.30) si terrà un dialogo a più voci, moderato dal giornalista Marco Micciché, con al centro le storie degli avvocati che riaffermano la tutela dei diritti in tempo di guerra. Interverranno Silvana Arbia (già prosecutor del Tribunale penale internazionale per il Ruanda), Dmitry Zakhvatov (difensore di alcuni dissidenti russi) e l’avvocata Darya Kondratyeva del Foro di Milano. Sono previsti anche gli interventi del direttore del Dubbio, Davide Varì, di Barbara Porta del Foro di Torino (osservatrice Oiad per i processi internazionali), Francesco Favi (avvocato del Foro di Siracusa, componente del Cnf), Leonardo Arnau (Cnf) e Roberto Giovene di Girasole (avvocato del Foro di Napoli). La giornata di lavori si concluderà con la proiezione dei servizi giornalisti dedicati agli avvocati turchi imprigionati Ebru Timtik e Aytac Unsal e con la presentazione del libro “Avvocati di guerra” (edizioni Guerini e Associati).
«Con la fine della Seconda guerra mondiale – commenta l’avvocato Mario Napoli, componente del Cnf - abbiamo pensato che dopo gli orrori, le tragedie, i dolori di cui è stata testimone e vittima l’Europa, il capitolo si sarebbe definitivamente chiuso. Si è detto: mai più guerre. Effettivamente in questi ultimi ottant’anni anni il nostro continente ha saputo mantenere la pace e ha potuto goderne, a parte la pagina oscura rappresentata dalla guerra in Jugoslavia negli anni ’90 del secolo scorso. Ora ci stiamo tristemente rendendo conto che le troppe guerre che si stanno combattendo nel mondo e in particolare sul territorio europeo ci coinvolgono, oltre che da un punto di vista umanitario, da quello politico, economico, sociale».
Il consigliere Napoli si sofferma sui dati del “Conflict Index 2024”, il rapporto annuale pubblicato a gennaio dall’Acled, organizzazione non governativa che si occupa di monitorare i conflitti nel mondo. «Nei 234 Paesi e territori analizzati – evidenzia Napoli - la maggioranza, 168 Paesi, ha visto almeno un episodio di conflitto nell’ultimo anno e ben 50 Paesi sono caratterizzati da conflitti definiti “estremi”, “elevati”, “turbolenti”. Si minaccia, anzi per qualcuno è già in atto, una Terza guerra mondiale. Per quanto piccolo sia il ruolo dei singoli Stati europei sarà determinante potenziarne l’unione e, quindi, il peso. Occorre sostenere con grande fermezza “il ripudio della guerra”, come recita l’articolo 11 della nostra Costituzione, da parte tutti, cittadini e rappresentanti della società civile».
Un’ultima riflessione l’esponente del Cnf la dedica all’importanza del diritto anche negli scenari di guerra: «Credo che in questo momento così turbolento, così carico di incertezze, in cui riaffiora con virulenza inaspettata la “voglia di guerra”, sia fondamentale e necessario porre in primo piano il richiamo al rispetto del diritto e dei diritti, che devono avere un peso e una priorità inalienabile nei conflitti armati. La dignità delle persone, il trattamento dei prigionieri, dei civili, dei confini sono e devono essere difesi e salvaguardati ad ogni costo da leggi internazionali che mettono al centro dell’interesse comune quegli aspetti umanitari che mai dovrebbero cedere il passo alla brutalità».