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Le residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, in acronimo Rems, hanno compiuto dieci anni. Ma la strada è ancora lunga affinché svolgano il compito per come è concepito dalle leggi che hanno definito il percorso di superamento degli Ospedali Psichiatrici giudiziari (Opg) e normato l’istituzione di tali strutture che sono nate per essere l’estrema ratio.
A tal proposito l’università degli studi di Torino ha pubblicato la prima ricerca interdisciplinare che affronta, a livello nazionale, la realtà e l’esperienza delle Rems. Gli autori sono Marco Pelissero, professore ordinario di Diritto penale presso l’Università degli studi di Torino, Laura Scomparin, professoressa ordinaria di Diritto processuale penale presso l’Università degli studi di Torino e Giovanni Torrente, ricercatore a tempo in Sociologia del diritto presso l’Università degli studi di Torino.
Come si apprende in premessa, il volume trae spunto dall’analisi dell’impatto della L.81/ 2014 per proporre una riflessione più ampia sull’attuale configurazione del sistema delle misure di sicurezza personali. Come noto, la riforma del 2014 ha previsto - fra le altre misure - la definitiva chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari a favore di un articolato sistema territoriale che vede nell’internamento del reo non imputabile, o con imputabilità diminuita, all’interno delle Rems l’extrema ratio, laddove la pericolosità sociale dell’autore del reato non consenta l’applicazione di una misura non custodiale.
In una prospettiva multidisciplinare, il volume, articolato in quattro sezioni, affronta le diverse questioni che hanno accompagnato l’entrata in vigore e l’applicazione della riforma. Nella prima (le persone) sono analizzate le caratteristiche principali dei soggetti che transitano all’interno del sistema delle misure di sicurezza penali, ed in particolare delle Rems. Tale analisi è proposta anche attraverso l’analisi statistica dei dati contenuti nel portale SMOP (Sistema per il Monitoraggio del Superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari) ideato dalla regione Campania ed oggi applicato a livello nazionale nella raccolta dei dati che riguardano l’universo delle Rems.
La sezione affronta inoltre alcuni dei principali nodi problematici che accompagnano la concreta applicazione della riforma, dalla definizione di infermità mentale alla delimitazione della categoria della pericolosità sociale. Le questioni sono affrontate in prospettiva multidisciplinare con il contributo di esperti di diritto penale, procedura penale, sociologia del diritto, psichiatrica forense e psicologia giuridica. Nella seconda sezione (i luoghi) è affrontata la materiale organizzazione delle Rems in rapporto agli obiettivi di cura che tale istituzione si prefigge. L’impatto della Rems sui percorsi di cura dei soggetti che vi transitano è quindi affrontato non solo dal punto di vista normativo, ma ancor più dalle prospettive da quello psicoterapeutica, architettonica e di organizzazione istituzionale degli spazi.
Nella terza parte (i percorsi), l’analisi si sposta sul terreno dei tragitti – formalmente previsti e concretamente attuati – nell’ambito del sistema delle misure di sicurezza. L’analisi tocca il tema dell’applicazione provvisoria delle misure detentive, formalmente previste come extrema ratio, e il rapporto con il c. d. sistema delle c. d. “liste d’attesa” di ingresso nelle Rems, effetto indirettamente prodotto dalla combinazione della riforma del 2014 con la rigidità nel rispetto del numero massimo di capienza di degenti per struttura al fine di evitare che nelle nuove Residenze si riproponessero i problemi di sovraffollamento che caratterizzano il sistema dell’esecuzione della pena detentiva.
Come si apprende sempre nella premessa del volume, questa parte della collettanea propone un’analisi delle «alternative» alle Rems, un variegato insieme di misure limitative della libertà personale che, ad oggi, costituiscono, sia in termini normativi che strettamente numerici, un significativo terreno di applicazione di pratiche di limitazione della libertà personale. La quarta e ultima sezione ( i contesti) muove lo sguardo oltreconfine adottando una dimensione comparatista. In questo caso, la riflessione si spinge a riflettere sul quadro sovranazionale del rapporto tra esigenze di difesa sociale e tutela dei diritti fondamentali dei soggetti psichiatrici autori di reato per approfondire l’indagine sul terreno delle norme e pratiche europee in materia di sorveglianza e cura del «folle reo».
Il volume si apre con una presentazione da parte di Mauro Palma, il garante nazionale delle persone private della libertà. Ci mette in guardia dal rischio concreto che le Rems diventino, di fatto, dei mini Opg. Non tanto “mini” se pensiamo – come ricorda Palma – alla Rems lombarda di Castiglione delle Stiviere che «continua a costituire un enclave manicomiale, al di là dell’impegno professionale degli operatori, per il fatto in sé di ospitare in un solo complesso ben 150 pazienti, seppure suddivisi in moduli. Il nome stesso di Sistema plurimodulare di Rems provvisorie è nella sua involuzione linguistica indicativo di un aggregato di situazioni soggettive e patologiche diverse, confluite in un unico grande complesso di separazione del disagio psichico dalla normalità quotidiana».
Il Garante pone il riflettore sul fatto che non sembra destare scandalo e forse neppure attenzione il lungo permanere in talune Rems di persone formalmente dimesse e ancora di fatto private della loro libertà poiché la dimissione non ha trovato un ordine di esecuzione. Nel contempo, sottolinea Palma, invece trovano molta attenzione i casi di coloro che destinatari di una misura di sicurezza, spesso provvisoria, non sono ancora assegnati a una specifica struttura. «il nodo è quello di sentire la pressione di rispondere rapidamente alla parte inibente di un percorso di presa in carico di una persona con disagio psichico e non sentirne altrettanta per la parte di ripresa di un cammino guidato, ma esterno», scrive sempre il Garante Nazionale nell’introduzione del volume dell’università di Torino.
Domani mattina Bruno Mellano, il garante delle persone private della libertà della Regione Lombardia, ha organizzato un seminario dal titolo “Dieci anni di Rems” presso il palazzo Lascaris – Sala Viglione di Torino. Parteciperanno gli autori della ricerca interdisciplinare dell’Università di Torino, compreso il garante nazionale Palma.