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caso iuventa
Tiene ancora banco il caso Iuventa e stavolta l'Ong Mediterranea, sul proprio sito, pubblica una nota ancora più dura rispetto alle precedenti, denunciando l'evolversi processuale dinanzi al tribunale di Trapani. «Il sequestro della nave di soccorso Iuventa è stata una tragedia – ma il processo contro i membri dell’equipaggio è una farsa! Nell’importante serie di sedute in udienza preliminare contro i membri dell’equipaggio del soccorso civile in mare, la Procura si è nuovamente rifiutata di fornire un interprete qualificato durante l’interrogatorio di un imputato tedesco. È la terza volta che uno degli imputati si reca a Trapani per essere interrogato. Già due interrogatori, tenutisi il 29.10.22 e il 12.11.22, erano stati interrotti perché la Questura di Trapani non era in grado di fornire un interprete adeguato. Questa volta è stata la Procura stessa a sostituirlo e a condurre l’interrogatorio. Tuttavia, l’interrogatorio si è concluso dopo soli 30 minuti» si legge nel comunicato stampa. «L’ufficio del pubblico ministero ha presentato lo stesso interprete della volta precedente: un ufficiale di polizia in pensione che non figura nell’elenco ufficiale degli interpreti ammessi al tribunale. Non ha esperienza di interpretariato e quindi ha fallito già all’ultimo tentativo di interrogatorio. Il fatto che l’accusa non sembri preoccuparsi di queste circostanze è motivo di seria preoccupazione, perché può solo significare che in realtà non è affatto interessata a chiarire i fatti relativi alle accuse mosse contro i quattro membri dell’equipaggio della Iuventa e degli altri 21 imputati. «Il diritto fondamentale a un processo equo è stato negato all’imputato per la terza volta, a dimostrazione del fatto che il pubblico ministero non è interessato a conoscere il contesto fattuale per decidere se il caso è degno di essere giudicato», ha dichiarato Francesca Cancellaro, avvocata della difesa. La difesa si è persino rifiutata di firmare il verbale al termine dell’interrogatorio. «Siamo esterrefatti da quanto accaduto oggi nell’ufficio della Procura di Trapani. Non ci era mai capitato di non poter firmare il verbale di un interrogatorio. Il verbale non rispecchiava le dichiarazioni che avevamo fatto, quindi abbiamo chiesto al procuratore di correggere e il procuratore ha negato, quindi abbiamo dovuto rifiutare la firma» ha detto Nicola Canestrini, avvocato della difesa. Dariush Beigui, Iuventa: «Non mi fido della volontà e della capacità delle autorità investigative di garantire il rispetto dei miei diritti. Come potrei farlo se non rispettano nemmeno le loro stesse regole e i loro regolamenti?».