L’avvocato Gaetano Scalise è lo sfidante di
Fabrizio Merluzzi per la presidenza della Camera Penale di Roma. Si vota da mercoledì 16 a venerdì 18 novembre.
Il suo slogan è "Immaginare una nuova Cpr": ci spieghi meglio.
Questi tre lunghissimi anni hanno reso evidenti le carenze sistemiche e strutturali della giustizia penale. Per una Avvocatura al passo coi tempi immaginiamo quindi una Cpr sempre più attenta alla difesa dei diritti di libertà e alle garanzie volte a soddisfare i diritti sociali dei cittadini, tenuto conto che le nostre carceri sono la fotografia della più intollerabile disuguaglianza sociale. È la storia della Cpr.
A proposito, come affrontare i problemi dell’esecuzione penale?
Ci sarà molto da lavorare - pure la riforma Cartabia ha luci ed ombre e impone all’avvocato di essere preparato e proattivo - affrontando il tema con decisione e serietà, e sollecitando anche l’Ucpi ad intervenire. A Pescara la nostra Cpr ha presentato una mozione, fatta propria dalla Giunta, che auspica una battaglia a favore di amnistia e indulto.
Come affrontare le emergenze sul fronte processuale?
Garantismo, principio di non colpevolezza, giudice terzo e giusto processo hanno bisogno di un guardiano: quel guardiano siamo noi penalisti. È una missione che porteremo avanti con fermezza, soprattutto in questo momento ove le garanzie processuali sono state compresse sull’altare di un efficientismo di bandiera.
Ci sono alcuni principi irrinunciabili su cui la Cpr non potrebbe scendere mai a compromessi?
I limiti insuperabili a tutela dei diritti della persona che corrispondono alle garanzie processuali: presunzione d’innocenza, contraddittorio, parità tra accusa e difesa, separazione tra giudice e pm, oralità, pubblicità del giudizio, indipendenza della magistratura, principio del giudice naturale. L’Avvocatura deve accrescere la capacità di collocarsi al centro del dibattito con un ruolo propositivo e non solo oppositivo rispetto alle oramai non più procrastinabili riforme del sistema penale.
Cosa contesta al programma del suo avversario?
Noi abbiamo concentrato la campagna elettorale sulla formulazione di proposte e non sulla contestazione. Inoltre, mi pare che la lista Merluzzi si sia coagulata per abolire il voto di lista e riproporre un sistema elettorale modificato diversi anni fa perché generava solo enorme conflittualità interna. Può essere inserito il voto disgiunto, ma il ritorno al passato sarebbe un errore. È lo stesso atteggiamento “passatista” che abbiamo colto nella polemica per l’utilizzo, da noi proposto, del voto elettronico, agile e ampiamente partecipativo, contestato agitando fantasiosi scenari.
Merluzzi accusa una "ostentata visione elitaria dell’associazione, sempre più volta alla ricerca di consensi ed alleanze estranei al perseguimento degli scopi statutari".
L’affermazione non mi è affatto chiara. Si fa parte di un direttivo con spirito di servizio senza nessun particolare vantaggio. Guardi la nostra lista: giovani e meno giovani hanno una solida storia professionale alle spalle. Nessuno di loro va alla ricerca di una ribalta di cui non ha bisogno. Non condivido affatto questo populismo di frontiera, specie se chi se ne fa portavoce, mentre firma programmi elettorali all’insegna di una pretesa discontinuità, ricopre cariche nel direttivo e ruoli nelle Commissioni, nella Scuola e nella Rivista della Cpr, avendo aderito a quella visione che oggi viene definita “elitaria”: insomma, non proprio un esempio di coerenza. La CPR poi, negli ultimi anni, è stata capofila in moltissime iniziative che hanno avuto una uno straordinario riscontro in termini di partecipazione collettiva. Penso ai due congressi Ucpi a Roma, alla visita del Presidente della Corte costituzionale, alle iniziative assunte per la separazione delle carriere e per scongiurare le camere di consiglio da remoto.Non mi pare di cogliere atteggiamenti elitari.
Merluzzi l'aveva invitata ad un dibattito pubblico proprio sui canali social del Dubbio. Ma lei non ha accettato.
La lista avversaria ha portato avanti una campagna elettorale sbandierata come spiritosa e dissacrante, ma con toni non proprio di buon gusto. Volendo privilegiare i contenuti e non gli slogan o le sterili polemiche “ad personam”, ho ritenuto che il confronto scritto fosse in questo caso da preferire rispetto a quello orale.