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«Io sono stata una bambina impaurita per tanti anni, una ragazzina che non ha conosciuto la libertà. La vita mi ha insegnato a essere libera e senza paura, nonostante io sia la più vecchia d’Europa, obbligata alla scorta per tutti gli insulti, gli improperi e le minacce di morte che mi vengono fatte, anche perché sono vax e non una no vax. Per cui i no vax mi accusano di colpe terribili verso la società». Tanto che «non più tardi di ieri mi è arrivata una maledizione così forte, firmata; per cui una volta tanto farò causa a questa persona». Lo ha detto la senatrice a vita Liliana Segre intervenendo al forum nazionale delle donne ebree in Italia organizzato da Adei a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano. «Ho conosciuto un ministro dell’attuale governo, di cui non farò il nome; gli ho chiesto: ’"Scusi, secondo lei quanti sono gli ebrei in Italia?". Questo non ci ha pensato tanto e ha detto: "Un milione". Quando gli ho detto che erano meno e gli ho detto il numero esatto, è rimasto molto imbarazzato, stupito perché era molto lontano dalla realtà. Tutto questo mi ha dato la conferma di qualcosa che già sapevo: sento sempre dire un milione e mezzo, due; e non parlo dell’uomo della strada, ma di professori laureati che insegnano nelle varie università. Forse bisognerebbe fare un libro con nomi, cognomi e indirizzi di tutti noi», ha raccontato poi la senatrice a vita. «Il mio pensiero è profondamente pessimista - ha spiegato Segre - perché nel 1915 c’è stata la tragedia degli armeni; nel 2015 io vorrei sapere chi di noi ha pensato che era il centenario di un popolo che in gran parte è stato costretto alla marcia della morte, una marcia che anche io ho fatto da Auschwitz. Penso che con quello che è capitato al popolo ebraico in Italia andrà allo stesso modo, ci sarà prima una riga in un libro di storia tra cento anni e poi non ci sarà più neanche quella».