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Prima visita in carcere questa mattina per Carlo Nordio. Il ministro della Giustizia si è recato nella Casa circondariale di Roma Regina Coeli dove ha incontrato una rappresentanza del personale amministrativo e di polizia penitenziaria per poi visitare i reparti detentivi. Il Guardasigilli è stato accompagnato dal capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Carlo Renoldi, dal direttore generale del personale e delle risorse Massimo Parisi, dal provveditore regionale reggente Pierpaolo D’Andria, dal direttore dell’istituto Claudia Clementi e dal comandante del reparto di Polizia Penitenziaria Maria Lancieri. Presente anche il garante nazionale per i detenuti, Mauro Palma. Nel pomeriggio il ministro della Giustizia sarà a Napoli per visitare il carcere di Poggioreale. Si tratta delle prime visite di Nordio, come aveva anticipato nei giorni scorsi lo stesso ministro intervenendo alla cerimonia di presentazione del calendario 2023 del corpo di polizia penitenziaria: «Il carcere - aveva detto il Guardasigilli - è una delle mie priorità, ho deciso che la mia prima visita esterna sarà in alcune carceri in particolare difficoltà». «Abbiamo preso atto del grande lavoro che è stato fatto e che sarà potenziato da noi per migliorare le condizioni di vita ovviamente di tutta l’amministrazione penitenziaria e degli stessi detenuti», ha detto il ministro della Giustizia al termine della visita nel carcere romano. «È stato interessante ma non nuovo per me, dopo 40 anni di pubblico ministero, perché l’ambiente carcerario - ha sottolineato il ministro - lo conosco bene con tutte le criticità e tutto quello che c’è da fare. Per noi sarà una priorità come dimostrano le mie prime tre visite esterne: la prima per il calendario della polizia penitenziaria, ieri la commemorazione dei defunti e quella di oggi» a Regina Coeli che poi proseguirà al carcere di Poggioreale a Napoli «devono essere un messaggio significativo di estrema attenzione». «L’edilizia penitenziaria è una priorità senza quella non procediamo nell’opera di modernizzazione e umanizzazione», ha sottolineato il guardasigilli. «È una questione non solo di fondi, ma anche di permessi - ha spiegato il ministro - Nel caso di città come Roma e Venezia c’è il problema della compatibilità tra innovazione edilizia e tutela dei siti storici. Bisogna trovare un coordinamento tra i vari ministeri e anche tra beni giuridici protetti. L’innovazione in città di grande storia transita attraverso una modifica dei luoghi, e se questo significa il sacrificio di qualche reperto archeologico questo va fatto perché non ci possiamo fermare». «Vorrei dire una cosa che mi ha particolarmente emozionato perché ho visitato l’ala dove Saragat e Pertini erano stati tenuti prigionieri in attesa di esecuzione durante la Seconda Guerra mondiale. E ho ricordato anche ai collaboratori, essendo un appassionato di storia, che la loro evasione fu organizzata falsificando i documenti di scarcerazione da quello che sarebbe diventato ministro della Giustizia. Giuliano Vassalli, infatti, che all’epoca era un eroe della Resistenza poi sarebbe diventato ministro della Giustizia. Quindi una doppia emozione nel vedere queste celle e sedere sulla sedia che fu di Giuliano Vassalli», ha concluso Nordio ricordando l’evasione di Sandro Pertini e Giuseppe Saragat dal carcere romano.