Non si sono lasciate attendere le reazioni alla nomina di
Carlo Nordio quale nuovo Ministro della Giustizia. In primis quella dell’ex presidente dell’Anm e attuale Segretario di Area,
Eugenio Albamonte.
Ermini: «Priorità alla carenza di organico»
«Il dottor Nordio è un magistrato di grandissima esperienza, e dal lato della sua lunga esperienza avrà molto da lavorare», ha detto il vice-presidente del Consiglio Superiore della Magistratura,
David Ermini. «Credo sia giusto portare a termine il lavoro intrapreso da Cartabia», ha aggiunto ma «ci sono carenze su cui non si può aspettare: uno è il problema degli organici, sia di magistrati che degli amministrativi, un'altra è l'edilizia giudiziaria, l'altro giorno è crollato il tetto del tribunale di Catania, e il terzo aspetto sono le carceri. Siamo indietro sul piano carceri va recuperata la riforma Orlando, mai attuata, e da dare dignità alle nostre carceri sia sull'edilizia sia sulla detenzione», ha concluso Ermini.
Cnf, Ocf, Anf Care Camere Penali: le reazioni dell'avvocatura alla nomina di Nordio
Ha commentato la formazione del nuovo Governo e quindi la recente nomina di Nordio anche la
presidente del Consiglio nazionale forense, Maria Masi: «Congratulazioni e i migliori auguri di buon lavoro a nome mio e di tutto il Consiglio nazionale forense alla presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e a tutti i componenti del nuovo governo, ai quali spetta l'arduo compito di garantire al nostro Paese, in questo particolare e difficile momento, stabilità ed efficienza e al quale avremo immediatamente cura di rappresentare le prioritarie esigenze di intervento a tutela della funzione e del ruolo dell'avvocatura affinché sia finalmente e costituzionalmente riconosciuta». «Le più vive congratulazioni, con i migliori auguri per un proficuo e sereno lavoro - scrive il Cnf - al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, con il quale siamo certi riusciremo ad interloquire costantemente per rappresentare le prioritarie esigenze di tutela dei principi costituzionali nella giurisdizione e oltre la giurisdizione. Siamo persuasi che il suo impegno, le sue competenze e la sua esperienza saranno al servizio della funzione ma soprattutto al servizio di quella "prossimità" funzionale ai bisogni dei cittadini». «Auguri di buon lavoro» a Nordio sono arrivati anche dall’
Organismo Congressuale Forense: «L'Avvocatura - si legge nella nota - ha già avuto modo di apprezzare, nei fatti, la vicinanza del Ministro alle istanze della classe forense: per questo, siamo fiduciosi che si potrà aprire una fase di confronto costruttivo basata su obiettivi condivisi per una Giustizia che metta al centro la difesa dei diritti dei cittadini e le garanzie dentro e fuori il processo. Con questo auspicio, manifestiamo la più ampia disponibilità di questo Organismo per una proficua e concreta interlocuzione sui temi che coinvolgono gli avvocati italiani».
Il segretario dell’Anf Giampaolo Di Marco rivolge «le congratulazioni e i più sentiti auguri di buon lavoro alla neo Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, all'intera compagine di Governo, in particolare al neo Ministro della Giustizia Carlo Nordio. Siamo certi che il Ministro della Giustizia con la sua grande esperienza e profonda conoscenza della macchina giudiziaria guiderà al meglio il dicastero», dichiara il vertice dell’Associazione nazionale forense, «pur nella consapevolezza del difficile compito che l’attende. Riteniamo che tra le priorità del Ministro e del Governo vi siano le riforme del processo penale e del processo civile, che alla luce dei due decreti legislativi che attuano la delega sulla riforma del processo, debbano essere oggetto di necessarie correzioni e modifiche. Occorre fare presto, e intervenire sul civile facendo leva anche sulle risorse del Pnrr, ma non perseguendo l’illusione sterile della velocizzazione dei processi tramite l’approccio disincentivante e punitivo nei confronti del cittadino, che si rivolge al giudice per la tutela dei propri diritti. Altresì nel penale», osserva ancora Di Marco, «occorre perseguire maggiore efficienza, adottando criteri trasparenti e predeterminati per legge per la redazione dei progetti organizzativi delle Procure. Siamo certi che il Ministro Nordio abbia consapevolezza di questi temi, e vorrà lavorare per un’accelerazione dei processi aumentando gli organici e le risorse, elementi indispensabili per fare funzionare realmente al meglio il sistema giustizia». Di «auspicio per una profonda ed autentica svolta liberale nella politica giudiziaria del nostro Paese» parla invece la Giunta dell’
Unione delle Camere Penali Italiane, guidate da Gian Domenico Caiazza: «Abbiamo avuto modo di conoscere in questi anni, in ripetute occasioni di incontro e di confronto, le solide radici liberali delle idee del dott. Nordio sulla giustizia penale, e la loro stretta vicinanza a molte di quelle che costituiscono da sempre il patrimonio culturale e ideale dei penalisti italiani», commenta l'Ucpi. «Dalla separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante, alla costante denunzia dell’abuso della custodia cautelare nel nostro Paese, alla radicata e convinta difesa del sistema processuale accusatorio consacrato nell’articolo 111 della Costituzione repubblicana».
Albamonte contro Nordio: «La sua giustizia è forte con i deboli e debole con i forti»
Finalmente è uscita allo scoperto anche la magistratura:
dopo giorni di silenzio o di dichiarazioni fatte nel ‘prudente’ anonimato ha parlato chiaramente l’ex presidente dell’Anm e attuale Segretario di Area,
Eugenio Albamonte, che va dritto al punto: «In campagna elettorale Nordio ha disegnato una sua idea di giustizia forte con i deboli e debole con i forti. Perché tutte le misure di cui ha parlato servono a indebolire la capacità di controllo della magistratura rispetto al mondo della politica, dell'economia e dell'alta finanza e a rendere i magistrati del pubblico ministero più isolati e più facilmente suscettibili di controllo da una parte e di intimidazione dall'altra». «Ovviamente – ha concluso il magistrato - anche noi sappiamo che in campagna elettorale se ne dicono di tutte, soprattutto se uno deve imbonirsi un elettorato di un certo tipo. E visto che siamo persone di buon senso, inguaribili ottimisti, aspettiamo di valutarlo alla prova di fatti, prima di dare un giudizio».
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AssoGOT, invece «confida che la vicinanza da sempre manifestata dall'attuale maggioranza e dal Guardasigilli Carlo Nardio, possa presto tradursi in atti concreti e rendere finalmente merito, giustizia e dignità ad una categoria che tutti riconoscono come essenziale ma che resta precaria e sfruttata». AssoGOT «auspica quindi che le belle parole e gli elogi cedano il passo ai fatti e all'effettivo riconoscimento dei giusti diritti». In considerazione della «drammatica congiuntura degli ultimi anni» che «ha reso la condizione dei magistrati onorari ancora più insostenibile ed indegna di un Paese civile, così come ripetutamente rilevato non solo dai più attenti osservatori, ma anche da tutte le Istituzioni e le Corti europee».