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Marina Ovsyannikova è attualmente agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Mosca dove è rinchiusa da nove giorni. La misura cautelare nei suoi confronti resterà in vigore fino al prossimo 9 ottobre quando un giudice deciderà della sua sorte. La giornalista, collaboratrice dalla capitale russa del Dubbio, è controllata 24 ore su 24 dalla polizia dopo che le è stato applicato alla caviglia il braccialetto elettronico come accade per le persone giudicate socialmente pericolose. Una fotografia la ritrae sorridente con il suo cane, un bellissimo esemplare di golden retriever di nome Tiffany, e con l’apparecchio che serve alla polizia per monitorare la sua permanenza in casa. L’ex reporter di Channel One diventata famosa a livello internazionale per aver esposto in diretta tv un cartello contro la guerra, è stata arrestata la mattina del 10 agosto. Era rientrata in Russia da pochi giorni. Ovsyannikova è accusata dalle autorità di aver «screditato» l’esercito russo nel corso di una manifestazione che si à svolta a poca distanza dal Cremlino nel luglio scorso, quando ha mostrato uno striscione contro Vladimir Putin e di condanna per l’uccisione di numerosi bambini in Ucraina da parte delle forze armate russe.Dopo una notte passata in una stazione di polizia, l’11 agosto Ovsyannikova è stata condotta, con le manette ai polsi, davanti al giudice del tribunale distrettuale Basmanny di Mosca.Con lei era presente l’avvocato Dmitry Zakhvatov. Davanti al tribunale sono radunate decine di persone per esprimere la loro solidarietà alla giornalista. Un atto molto rischioso nella Russia di Putin dove anche una parola di critica nei confronti del governo e della sua guerra di invasione in Ucraina può costare molto cara. Proprio come è successo a Marina, accusata dal regime di un reato di opinione.Quest’ultima al momento del rilascio, prima di entrare nell’auto della polizia che l’ha riaccompagnata a casa, ha rivolto un saluto con il braccio alzato ai suoi amici e sostenitori. Da allora ha smesso di comunicare con l’esterno.Il giudice che le ha imposto il braccialetto elettronico le ha infatti proibito anche di usare internet e i canali social su cui è molto attiva. La sua pagina facebook al momento è gestita da una sua collega tedesca.