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Amara
«In quanto alla esistenza di un’associazione segreta denominata Ungheria si è concluso nel senso di ritenere la circostanza non adeguatamente riscontrata». Così la Procura di Perugia in una nota in cui annuncia di aver chiesto l’archiviazione del procedimento sulla Loggia Ungheria. Il procedimento per il quale la Procura della Repubblica di Perugia ha chiesto al Gip l’archiviazione, ricorda il procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone, riguardava l’ipotizzata esistenza di una associazione segreta che avrebbe agito in violazione della legge Anselmi. Legge che punisce quelle associazioni che operano per interferire sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali. Figura centrale dell’inchiesta, l’avvocato Pietro Amara, le cui dichiarazioni, ricorda il procuratore Cantone, sono state verificate puntualmente dagli inquirenti. «Il complesso delle investigazioni - sostiene il procuratore di Perugia - ha portato a ritenere integralmente o parzialmente non riscontrate numerose propalazioni dell’avvocato che tecnicamente vanno inquadrate come chiamate in correità dirette o de relato, e quindi come non accertati fatti narrati o in alcuni ha portato a ritenere avvenuti i fatti, ma escluso che in essi Amara avesse potuto svolgere un ruolo come da lui riferito». «Alla valutazione di attendibilità dell’avvocato è stato dedicato un intero paragrafo in cui si sono esaminate le tante aporie e contraddizioni emerse, ma anche le non poche conferme al suo narrato con riferimento ad alcuni specifici episodi e si è concluso nel senso che le complessive dichiarazioni dell’avvocato non dovessero considerarsi affette da quella "inattendibilità talmente macroscopica da compromettere in radice la credibilità del dichiarante" e si è ritenuto di conseguenza necessario un livello di riscontri particolarmente elevato per ritenere accertati i fatti da lui dichiarati». «Interferenze o tentativi di condizionamento di vertice delle giurisdizione ordinaria o amministrativa, tentativi compiuti o incompiuti di interferire su nomine di vertici di enti, istituzioni e società pubbliche che pure possono ritenersi avvenuto, sono risultati ascrivibili a interessi personali o professionali diretti dell’Amara o di soggetti a lui strettamente legati, piuttosto che conseguenza dell’attività di condizionamento di una loggia», spiega ancora Cantone. Nel provvedimento di archiviazione, spiega ancora il procuratore, «si dà atto come su alcune vicende specifiche rappresentate da Amara, sono stati effettuati stralci per poter effettuare indagini da parte dell’Ufficio di altri uffici. Per l’eventuale ipotesi di calunnia e autocalunnia, gli atti verranno trasmessi alla Procura di Milano per competenza». Sull’esistenza della loggia Ungheria «non sono emersi elementi neanche indiretti che potessero attestarne l’esistenza - si legge nella nota della Procura di Perugia - al di fuori delle dichiarazioni di Amara e delle dichiarazioni di un altro indagato, socio di Amara, che però si è limitato a dichiarare il dato dell’esistenza dell’associazione senza fornire alcun elemento concreto di cui sua conoscenza diretta e si è poi avvalso da ultimo della facoltà di non rispondere, impedendo quindi di operare alcun accertamento mirato». «Alcuni soggetti, fra l’altro pure legati da stretti rapporti con Amara hanno riferito di essere stati contattati in passato da uno dei vertici della presunta organizzazione, oggi defunto, che aveva loro chiesto di aderire ma non avevano ritenuto di farlo. Si tratta di affermazioni che non consentono in alcun modo di essere considerato un riscontro all’esistenza di un’associazione che oltre a dover essere segreta deve avere una serie di caratteristiche di cui questi soggetti nulla sono stato in grado di riferire», sottolinea la Procura.