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«Sulla riforma del Csm, siamo gli unici che non voteranno a favore. Lega e Pd, grillini e Forza Italia hanno trovato un compromesso con la riforma Cartabia». Lo scrive Matteo Renzi nella sua ultima enews a proposito del testo Cartabia su cui era stato raggiunto l'accordo sabato scorso. «Voglio essere molto chiaro: l’azione di Bonafede era dannosa, quella della Cartabia semplicemente inutile. Dunque, un grande passo in avanti - prosegue il leader di Iv -. Ma il vero problema dello strapotere delle correnti e del fatto che chi sbaglia non paga mai, con la riforma Cartabia non si risolve. Le correnti continueranno a fare il bello e il cattivo tempo nel CSM. Peccato, una occasione persa. La riforma arriverà, se arriverà, nella prossima legislatura. Questo è un pannicello caldo, anzi tiepido». «Matteo questa posizione è sbagliata e anche paradossale visto che a prenderla è Cosimo Ferri, una persona di qualità, ma non propriamente estranea alle correnti del Csm e al sistema Palamara. Fate le persone serie. Tutta la magistratura sta cercando di affossare la riforma», replica su Twitter il segretario di Azione, Carlo Calenda. Le votazioni sugli emendamenti alla riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm sono iniziate ieri in commissione Giustizia alla Camera. Dopo l’accordo raggiunto nella maggioranza, ieri un ulteriore passo avanti con il ritiro da parte della Lega di parte degli emendamenti (si tratta di quelli non riformulati e fino all’art. 11, si specifica). Gli emendamenti da votare non sono pochi: oltre 140. Con tempi piuttosto stretti. La riforma è infatti attesa in aula per il 19, dopo Pasqua. In mezzo ci sono le festività, appunto. E poi nella giornata di oggi la commissione - come da regolamento - non potrà continuare i lavori visto che è stata posta la questione di fiducia in aula sul dl Energia. Anche per questo l’ufficio di presidenza della commissione Giustizia ha stabilito il contingentamento dei tempi di discussione degli emendamenti provocando le proteste delle opposizione di Fdi e Alternativa. Nella seduta di ieri è stato approvato solo l’emendamento, frutto dell’accordo di maggioranza, sul riordino della disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, anche quelli contabili e amministrativi. Mentre è stato respinto l’emendamento, presentato da Giusi Bartolozzi del Misto, che eliminava i cumuli di stipendio.