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«La professoressa Quaresima è una gemma di raro splendore che la scuola italiana dovrebbe valorizzare e proteggere». Così recita la lettera scritta da 19 studenti del Convitto nazionale Vittorio Emanuele II, inviata a Open, per esprimere vicinanza alla preside del liceo Montale di Roma, accusata di aver avuto una relazione con suo alunno maggiorenne. Dopo la gogna intrisa di pettegolezzi a cui la donna è stata sottoposta negli ultimi giorni, con la pubblicazione sui giornali di chat e audio privati, gli studenti si lanciano in un'appassionata difesa dell'insegnante che hanno avuto modo di conoscere e apprezzare. Così denunciando la leggerezza e la brutalità con cui si vorrebbe «distruggere una persona». «Il livello di abbruttimento di questo Paese è tale che basta una semplice accusa perché mandrie belluine di analfabeti si scatenino contro di lei, rivolendole insulti e provocazioni oscene - accusano i ragazzi -. La prof Quaresima è una donna di estremo valore ma anche una persona scomoda e implacabile nei confronti di chi ogni giorno umilia la scuola pubblica». «Ogni giorno trascorreva con noi circa sei ore di tempo, sia assistendo alle lezioni sia accompagnandoci a mensa sia aiutandoci nello studio pomeridiano», scrivono gli ex alunni, per i quali Quaresima ha lavorato «instancabilmente per renderci cittadini più liberi e consapevoli, interpretando alla perfezione il ruolo pedagogico che la scuola pubblica dovrebbe avere». Anche per questo gli studenti hanno pochi dubbi sull'infondatezza delle accuse che le vengono mosse: Quaresima, raccontano, «è professionale nel suo lavoro e mette sempre in chiaro che i ruoli vadano rispettati: ha criticato più volte alcuni nostri docenti per un atteggiamento troppo amichevole o poco severo nei nostri confronti». E per questo le capacità «erano, e sono tuttora, causa di profonda invidia da parte di colleghi meno volenterosi di lei».