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Un grazie alla ministra Cartabia «per l’attenzione rivolta al tema del funzionamento dei Consigli giudiziari, con riferimento alla proposta del diritto al voto della componente laica e alle modifiche, in tema di accesso alle cariche elettive ed elezione e funzionamento del Csm». Lo ha espresso la presidente del Cnf Maria Masi, aprendo l’anno giudiziario forense, sottolineando che «non si condividono, a riguardo, le ragioni del dissenso, manifestato dalla componente associativa della magistratura e fondate su ipotetici conflitti d’interessi (il nostro sistema ordinamentale ne subisce di ben più gravi) che nella proposta governativa difficilmente si configurerebbero, tenuto conto della proposta del voto unitario e del preventivo parere reso dai consigli dell’ordine, a differenza del pregiudizio e delle riserve che invece nelle loro dichiarazioni sono facilmente ravvisabili». L’avvocatura chiede «con particolare urgenza» che «siano revocate o almeno ridimensionate le misure emergenziali, adottate in un contesto, fortunatamente molto diverso da quello attuale», ha detto Masi nel corso della cerimonia al Maxxi di Roma, alla presenza della ministra Cartabia. «Dal prossimo mese di aprile - ha rilevato - saremo liberi di accedere, volendo, ad ogni iniziativa ludica, culturale ed è giusto che anche la Giustizia si disancori da limitazioni e divieti di accesso. Del resto, grazie all’utilizzo di forme e strumenti di comunicazione e lavoro le attività che esigono presenza si sono comunque ridotte e ridimensionate. Non è solo e tanto un problema di forma né un ’totem’ simbolico, ma una legittima esigenza funzionale al corretto e pieno esercizio della nostra funzione». Nel settore civile, chiedono gli avvocati, «contenere, eventualmente, la modalità della trattazione scritta solo nelle ipotesi già contemplate nel progetto di riforma», mentre nel penale «superare il limite delle giornaliere trattazioni tabellari, rimodulare la calendarizzazione delle udienze e degli orari e soprattutto garantire il libero accesso alle cancellerie». È necessario poi un «maggiore coinvolgimento» degli avvocati «nella stesura dei decreti attuativi delle riforme», ha aggiunto Masi, sottolineando che «se il coinvolgimento dell’avvocatura nell’organizzazione della giustizia è stato ed è una nostra preoccupazione costante, la nostra esigenza primaria è stata ed è garantire l’effettività della difesa a garanzia della tutela dei diritti».