Verbali Amara sulla "Loggia Ungheria", assolto il pm di Milano Paolo Storari
Il giudice ha respinto la richiesta della pubblica accusa, rappresentata dai pm Donato Greco e Francesco Milanesi, che avevano chiesto la condanna a sei mesi di reclusione
Il pm di Milano Paolo Storari è stato assolto dall’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio. Al centro del processo - celebrato con rito abbreviato davanti al gup di Brescia Federica Brugnara - ci sono i verbali segretati di Piero Amara, ex avvocato esterno di Eni, che Storari consegnò all’ora consigliere del Csm Piercamillo Davigo (per lui il processo inizia il 20 aprile prossimo) per «autotutelarsi» dalla presunta inerzia dei vertici della procura di Milano ad indagare sulla cosiddetta "loggia Ungheria". Il giudice ha respinto la richiesta della pubblica accusa, rappresentata dai pm Donato Greco e Francesco Milanesi, che avevano chiesto la condanna a sei mesi nella scorsa udienza e ha dato ragione alla difesa dell’imputato.
Verbali Amara, quali erano le accuse contro Paolo Storari
Per il giudice, le motivazioni saranno rese tra 15 giorni, il fatto non costituisce reato. Storari, difeso dal legale Paolo Della Sala, era accusato di aver fornito i verbali coperti da segreto di cinque interrogatori resi da Amara, tra il 6 dicembre 2019 e il 11 gennaio 2020, in cui l’ex avvocato esterno di Eni svelava proprio al pm milanese l’esistenza della presunta loggia Ungheria facendo nomi noti, tra cui quelli di alcuni magistrati. Un’indagine che però, a suo dire, sarebbe stata caratterizzata da una sospetta lentezza a indagare da parte dei vertici della procura allora guidata da Francesco Greco e che Storari ritenne di superare consegnando a Davigo, nell’aprile del 2020 a Milano, quelle rivelazioni in formato word. Verbali poi finiti sulle scrivanie di almeno un paio di quotidiani. Nell’udienza del 3 febbraio scorso, per più di tre ore, l’imputato si è difeso dalle accuse sostenendo che la consegna degli interrogatori e delle trascrizioni di tre file audio per fronteggiare alcuni presunti contrasti con il procuratore Greco (archiviato) e l’aggiunto Laura Pedio (ancora sotto indagine) sia avvenuta in un campo lecito, ossia fosse stato «rassicurato» da Davigo di poter riceverne copia in quanto «il segreto investigativo su di essi non era a lui opponibile in quanto componente del Csm». Per la procura di Brescia, invece, Storari avrebbe agito «al di fuori di ogni procedura formale», si legge nell’avviso di conclusione delle indagini, «in assenza di una ragione d’ufficio che autorizzasse il disvelamento del contenuto di atti coperti dal segreto investigativo e senza investire i competenti organi istituzionali deputati alla vigilanza sull’attività degli uffici giudiziari». Un gesto che avrebbe danneggiato l’inchiesta, creato caos nella magistratura e che ha portato il consigliere del Csm Sebastiano Ardita, assistito dall’avvocato Fabio Repici, a costituirsi parte civile perché danneggiato dalla diffusione di quei verbali. Una tesi, quella dell’accusa, oggi respinta dal giudice. Con l’assoluzione di Storari, l’unico sotto processo per la vicenda della loggia Ungheria resta Davigo.
Il commento del legale di Paolo Storari
«Siamo felici perché Storari è stato assolto dopo una battaglia veramente difficile», ora con questa decisione «speriamo si ponga fine al calvario a cui è stato sottoposto per aver fatto, dal suo punto di vista, il proprio dovere». Lo afferma Paolo Della Sala, difensore di Paolo Storari, dopo l’assoluzione del magistrato dall’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio in merito ai verbali di Piero Amara sulla cosiddetta loggia Ungheria.