PHOTO
L’avvocatura italiana è pronta a fare la sua parte in questo momento delicato. Il Consiglio nazionale forense, con tutte le altre avvocature che fanno parte del Consiglio degli Ordini forensi europei (Ccbe), è in prima linea per fornire assistenza ai cittadini ucraini che intendo rifugiarsi in Italia. La presidente del Cnf, Maria Masi, ha inviato una comunicazione ai 140 Ordini degli avvocati per istituire un “contact point” presso i Consigli forensi locali. L’obiettivo è offrire un servizio di supporto ai profughi in fuga dalla guerra, sulla base delle competenze territoriali. «Confidiamo – evidenzia la presidente del Cnf nella nota inviata ai Coa - che vogliate condividere questo impegno concreto a sostegno dei rifugiati ucraini. I problemi da affrontare spazieranno dal riconoscimento dello stato di rifugiato, all’assegnazione di un alloggio, al sostegno alimentare, alla cura sanitaria, al ricongiungimento familiare, con particolare riferimento alle necessità dei minori, e richiederanno non solo competenza nella disciplina della migrazione, ma anche disponibilità alle relazioni con i servizi assistenziali territoriali, pubblici e gestiti da associazioni di volontariato». Intanto, gli avvocati della Ukrainian Bar Association fanno sentite la loro voce, rivolgendosi direttamente ai colleghi russi con toni molto decisi. «L'Ucraina – scrivono - è uno Stato indipendente e sovrano. La sua l'integrità territoriale dell'Ucraina è garantita dal diritto internazionale. Solo il popolo ucraino può prendere decisioni sulla politica interna ed estera del nostro Paese. Ogni avvocato della Federazione Russa che tace ora sostiene la guerra. Ogni collega russo che chiude un occhio sull'invasione dell'Ucraina è complice ed incoraggia la politica aggressiva del Cremlino. Il diritto internazionale proibisce l'aggressione militare e garantisce l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale degli Stati e ogni avvocato della Federazione Russa dovrebbe saperlo». L’UBA ha pure sottoscritto un documento di alcune organizzazioni della società civile ucraina contenente la richiesta da inviare all’Onu per l’istituzione di un Tribunale internazionale speciale per l’incriminazione di Vladimir Putin e degli alti funzionari russi responsabili della guerra in Ucraina.