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Letta
Sono passati trent’anni esatti da mani pulite, trent’anni dall'inizio della fine dell’indipendenza della politica e dall’avvio dell’ egemonia della magistratura che in questo lungo periodo ha fatto e disfatto governi, giunte regionali e giunte comunali. Sono passati trent’anni ma la lezione, evidentemente, non è ancora chiara. O almeno non lo è dalle parti del Nazareno. Letta ha infatti comunicato la sua intenzione di voler salvare sia la legge Severino - la norma che tiene sotto scacco gli amministratori locali i quali possono essere sospesi grazie a una semplice condanna in primo grado - sia la custodia cautelare: il buco nero della giustizia italiana, la misura che in questi anni è stata trasformata in strumento di indagine e nella cui rete finiscono ogni anno 1000, dicasi 1000 innocenti. Letta ha fatto due conti e ha capito che il suo no ai referendum avrebbe isolato Salvini - la Lega è l’unico che li ha sostenuti - e nello stesso tempo avrebbe salvato l’asse con i 5Stelle. Insomma, il segretario dem ha avuto l'occasione di abbracciare l’idea di una giustizia liberale quella che, per dirla con Panebianco, decide che tutelare la libertà del cittadino sia altrettanto importante che assicurare alla giustizia i colpevoli di reati, e invece si è perso nel tatticismo fine a se stesso. Ma tutto questo non è solo un problema di Letta: se il maggior partito del Paese non ha capito cosa è accaduto in questi trent'anni il problema è di tutti noi…