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Cappato
Si alza lo scontro tra la Corte Costituzionale e i comitati promotori dei referendum Eutanasia Legale e Cannabis, ritenuti inammissibili. «Se i giudizi di inammissibilità sono stati dati sulla base di un errore materiale metteremo in discussione la validità di quel giudizio. Ma dovremo valutare i margini, forse strettissimi per una contestazione formale»: è quanto ipotizzato ieri dal tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, intervenuto durante una conferenza stampa convocata proprio dai due comitati. L'incontro con i giornalisti, ha spiegato sempre Cappato, si è reso necessario per contrastare quanto affermato dal Presidente della Consulta durante l'altra conferenza stampa di mercoledì sera. «Ascoltare la conferenza stampa del presidente Amato - ha esordito il leader radicale - ci ha dato la certezza di elementi di valutazione politica, perché si è trattato di una conferenza stampa politica». In particolare, ha sottolineato Cappato, « "I giudizi" emersi durante la conferenza stampa di Amato minano agli occhi dell'opinione pubblica la credibilità dei comitati promotori, a cui è stata attribuita l'incapacità tecnica di scrivere dei quesiti referendari ed anche l'accusa di avere preso in giro milioni di persone firmatarie ed elettori». Proprio in merito alla presunta incapacità tecnica, l'ex europarlamentare ha sottolineato: « Sorvolando su giuristi e costituzionalisti che si sono espressi favorevolmente sulla ammissibilità dei quesiti su cannabis ed eutanasia, il giudizio nella Corte non è stato unanime, quindi possiamo dire che anche giudici costituzionali hanno ritenuto che questi referendum fossero ammissibili. Allora trattare con tanto disprezzo i comitati promotori è un'accusa critica rivolta non a Marco Cappato ma ai giudici della Corte ed alcuni massimi costituzionalisti italiani». Infine su quanto detto da Amato in conferenza stampa rispondendo ad una nostra domanda ("Io sono assai meno politico di lui") Cappato ha replicato: « Non ho da dare una risposta personale ad Amato, ma dire che nel quesito si parlava di eutanasia e non di omicidio del consenziente contiene una manipolazione della realtà. Il quesito è come stabilito dalla Corte di Cassazione sull'omicidio del consenziente. Se Amato non gradisce i termini della nostra propaganda politica non ha nulla a che vedere con l'ammissibilità, gli elettori non sono bambini e giudicano sulla base del contenuto del referendum». Quindi, in conclusione, «o c'è un errore materiale nel giudizio dei due quesiti, o c'è un attacco in malafede al comitato promotore. Scelga il presidente della Corte quale delle due possibilità».