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Francesco Greco
Il gip di Brescia ha archiviato l'indagine sull'ex procuratore di Milano Francesco Greco, indagato per omissione di atti d'ufficio per il caso dei verbali dell'avvocato Piero Amara sulla presunta loggia Ungheria. Il giudice Andrea Gaboardi ha depositato ieri mattina il suo provvedimento di 27 pagine, con cui ha accolto la richiesta avanzata dal procuratore Francesco Prete e dal pm Donato Greco, che nei mesi scorsi hanno invece chiesto il rinvio a giudizio dell’ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo e del pm Paolo Storari, accusati di rivelazione del segreto d'ufficio per aver fatto circolare, nella primavera del 2020, quei verbali. Il decreto di archiviazione verrà prodotto all'udienza preliminare fissata il 3 febbraio davanti al gup Federica Brugnara.
L’iscrizione di Greco era stata presentata come un atto dovuto a seguito delle denunce formulate davanti ai pm bresciani da Storari, che aveva lamentato l’inerzia dei vertici della procura nell’apertura del fascicolo sulla presunta associazione segreta. Una scelta, secondo il pm, dettata dalla necessità della procura di tutelare la credibilità di Amara e Vincenzo Armanna, grande accusatore di Eni, ritenuto però dal Tribunale di Milano, che ha assolto tutti gli imputati del processo Eni- Nigeria, un inquinatore di pozzi. Storari, a febbraio 2021 secondo quanto emerso dalle precedenti audizioni davanti al Csm - avrebbe preparato una bozza di richiesta di misura cautelare per calunnia a carico di Amara, Armanna e Giuseppe Calafiore. Richiesta mai controfirmata da Greco e dall’aggiunta Laura Pedio (anche lei indagata) e, pertanto, rimasta in un cassetto. Storari, dunque, consegnò i verbali a Davigo con l’intento di «autotutelarsi», convinto di poter così smuovere le acque al Csm. Quei verbali, però, furono spediti a due quotidiani, nonché al consigliere del Csm Nino Di Matteo, che denunciò pubblicamente la circostanza, ipotizzando un’operazione di dossieraggio ai danni del consigliere togato Sebastiano Ardita, indicato da Amara tra i membri della loggia, circostanza smentita da Ardita e confutata anche dalle incongruenze delle dichiarazioni dell’ex avvocato.