PHOTO
Ainis
Secondo il costituzionalista Michele Ainis, «la decisione di imporre restrizioni a tutti i non vaccinati sarebbe del tutto legittima» e «l’importante è che sia presa con riserva di legge e che sia proporzionata, come previsto dall’articolo 32 della Costituzione».
Professor Ainis, è plausibile che in Italia venga adottato un lockdown per soli non vaccinati, come già accaduto in Germania e Austria?
La decisione su che cosa sia un’emergenza e quindi su quali risposte normative essa solleciti spetta alla politica. Forse anzi è la più politica delle decisioni, se vogliamo evocare Carl Schmitt e quella celebre sentenza secondo cui il sovrano è colui che decide sullo stato d’eccezione. Ma nel caso di un’emergenza sanitaria la decisione politica deve essere illuminata dalla scienza, cioè deve poggiare su dati scientifici. Non che siano gli scienziati a decidere, ma i politici non possono farlo prescindendo da ciò che la scienza implica.
La scienza ci dice che i contagi sono in forte aumento a causa della variante Omicron, contro la quale la protezione vaccinale torna alta dopo la terza dose.
L’aspetto che mi disorienta è che ci vengono offerte cifre totali su decessi, contagi e posti in terapia intensiva ma sarebbe molto più utile per l’opinione pubblica, sia affinché non subisca un dato percepito poi in modo ansiogeno sia per evitare un’ondata di sfiducia verso i vaccini, offrire non dati grezzi ma parcellizzati. Vorrei sapere sui 50mila contagi di questi giorni quanti hanno due dosi, quanti tre e quanti nessuna. Perché è sulla base di questo che si deve decidere. Ove risultasse che i contagiati sono in larga parte vaccinati, già questo indebolirebbe dal punto di vista di legittimità costituzionale la decisione di un lockdown mirato.
Non crede che con oltre l’ 80 per cento di popolazione vaccinata sia normale che la maggior parte dei contagiati siano persone vaccinate?
Certamente, intendo dire che bisognerebbe fare una proporzione. Siccome i non vaccinati sono una minoranza, se questa minoranza esprime percentualmente un dato molto superiore a chi si contagia ed è vaccinato, allora la fiducia nei vaccini sarebbe molto più considerata tra le persone.
Germania e Austria hanno risposto a tutto questo con il lockdown mirato.
Il lockdown alla tedesca non è lo stesso che abbiamo sperimentato nel febbraio 2020, perché in quel momento non si poteva praticamente uscire di casa. Quello che hanno fatto ora in Germania e Austria è un’inibizione del tempo libero ma non una chiusura in casa. Parlare di lockdown di non vaccinati è dunque improprio. Perché lockdown vuol dire “chiuso dentro” e in Germania e Austria non stanno chiudendo in casa nessuno. Impedire l’entrata in cinema, teatri, palestre, musei comprime diritti che non sono fondamentali.
Crede si arriverà a questo anche in Italia?
Nel caso si faccia in Italia bisognerà vedere come verrà modulata, se vengono compressi ad esempio il diritto al lavoro o alla scuola a quel punto sarà un vero lockdown. Senza arrivare al livello delle restrizioni della prima ondata, già impedire di andare al lavoro o a scuola sarebbe una misura forte.
In linea con la Costituzione?
La Costituzione, all’articolo 32, consente anche la decisione più estrema dell’obbligo vaccinale. Alla condizione formale, che poi è anche sostanziale, che a decidere sia una legge e non un Dpcm, e a condizione della proporzionalità. Se anche tra i non vaccinati si fanno delle differenze, allora finiremmo nel campo della discriminazione. Ma se la misura si riferisce a tutti quelli che non hanno fatto nemmeno una dose, allora sarebbe del tutto legittima.
A quel punto cosa accadrebbe?
Sarebbe di fatto un vero obbligo di vaccino, magari non chiamandolo così, con sanzioni per chi non si vaccina, che di solito consistono in multe anche salate. Se invece si stabilisce di impedire una serie di attività che incidono su diritti sia fondamentali che secondari, a quel punto non si arriverebbe alle sanzioni ma sostanzialmente si impedirebbe di vivere. Sarebbe una sanzione, com dire, “esistenziale”.
Da ultimo è quindi la politica a dover decidere?
La decisione è presa dalla maggioranza e dal governo che sono poi responsabili di fronte agli elettori, i quali, se vorranno, voteranno per partiti diversi da quelli che hanno preso la decisione a loro non gradita. Siccome la maggioranza è composta da tutti i partiti tranne Fratelli d’Italia, di fronte alla decisione di un lockdown per i non vaccinati, cioè quella che abbiamo chiamato una “sanzione esistenziale”, sarebbero tutti responsabili e di conseguenza nessuno lo sarebbe.
Perché secondo lei non si è ancora arrivati a tale decisione?
Perché siamo in una situazione di trincee contrapposte, ormai no vax e si vax non si ascoltano tra loro e la polarizzazione è alle stelle. Ma è proprio di fronte a questo scenario che la politica dovrebbe prendersi le proprie responsabilità. In un verso o nell’altro.