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Carceri sovraffollate persino in Molise: ma i 5S hanno la soluzione...
Cresce il sovraffollamento carcerario, aumentato i suicidi, ma nessuna misura deflattiva per arginare le criticità. Secondo gli ultimi dati pubblicati dal ministero della Giustizia, alla fine di novembre risultano detenute nelle nostre carceri 54.593 persone, 2.313 sono le donne, 17.302 gli stranieri. Rispetto a fine settembre, risultano 286 detenuti in più.
In Basilicata sovraffollamento aumentato del 4,1%
La crescita nell'ultimo mese è stata dello 0,5% a livello nazionale, ma se si guarda alla sola Basilicata la crescita è stata del 4,1%, dell' 1,8% in Abruzzo. Il tasso di affollamento ufficiale medio in Italia è oggi del 107,4%, ma è del 134,1% in Friuli- Venezia Giulia, del 131,5% in Puglia e del 128,4% in Lombardia. In Italia gli istituti più affollati sono Brescia ' Canton Mombello' ( 194,2%), Grosseto ( 186,7%) e Brindisi ( 176,3%). In tutto sono 16 gli istituti con un affollamento superiore al 150%.
Dati che confermano l’allarme dato recentemente dal Garante nazionale delle persone private della libertà: ha rivelato che l'aumento riguarda anche le persone ristrette per pene inflitte ( non residue) molto brevi, inferiori a 3 anni. Secondo i dati recenti, sono detenute in carcere per scontare una pena inferiore a un anno ben 1211 persone, altre 5967 per una pena da uno a tre anni.
Ancora 19 madri in carcere con 21 figli che hanno meno di 3 anni
Sono ancora 19 le madri in carcere con i loro 21 figli di meno di 3 anni. L’associazione Antigone, a proposito di quest’ultimo dato, chiede al governo di trovare delle soluzioni alternative per queste 19 persone, perché – sottolinea l’associazione – «siamo certi non comprometterebbe la sicurezza del paese». E a proposito del sovraffollamento e delle misure deflattive ancora non varate, Rita Bernardini del Partito Radicale e presidente di Nessuno Tocchi Caino, annuncia sulle pagine de Il Riformista che riprenderà lo sciopero della fame a partire dalla mezzanotte di domenica. Lo fa soprattutto per sé stessa, per ricordarsi in ogni momento che in un Paese democratico quel che avviene nell'inerzia istituzionale ci riguarda tutti. Bernardini, aggiunge che lo fa ' per' e ' con' le ragazze detenute del carcere di Torino che hanno annunciato lo sciopero del carrello dal 17 al 23 dicembre affinché, almeno per Natale, si approvi la proposta di legge Giachetti sulla liberazione anticipata speciale per tutti quei detenuti e detenute che, nonostante tutto, in carcere si comportano bene.
Rita Bernardini ricorda anche la carenza dei direttori delle carceri
L’esponente del Partito Radicale, ricorda anche la carenza dei direttori delle carceri. Risulta che sono senza direttore le Case circondariali di Trapani, Voghera e Arezzo; le Case di reclusione di Altamura, Tempio Pausania e San Cataldo; l'Icam (istituto a Custodia Attenuata per Detenute Madri) di Lauro. 27 Direttori dirigono due istituti, 1 Direttore ne dirige addirittura 3. Nelle carceri più grandi, sono stati ridotti drasticamente i vice- direttori, i quali non di rado hanno incarichi a scavalco. Vero che in palio, ci sono 45 posti di dirigenti penitenziari messi a concorso il 5 maggio 2020, ma - secondo Rita Bernardini - sono del tutto insufficienti a ricoprire i posti rimasti scoperti dai tanti pensionamenti passati e prossimi.
I detenuti suicidi sono 51, l'ultimo a Pavia
Nel frattempo aumentano ancora i suicidi. Il Dubbio era rimasto a 50 detenuti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno. Se ne aggiunge un altro, avvenuto ancora una volta al carcere di Pavia: siamo al terzo suicidio nello stesso carcere. L’osservatorio di Antigone era stato nel carcere lunedì, poche ore prima dell'ultimo suicidio. La situazione dell'istituto glie era apparsa seriamente preoccupante. Moltissime le criticità: strutturali, di sovraffollamento, legate al personale sottodimensionato ( medico, in primis, ma anche penitenziario e trattamentale). Connesse ad una popolazione detenuta particolarmente sofferente che si trova ristretta tra quelle mura, in parte composta da detenuti cosiddetti ‘ protetti’, ovvero isolati dagli altri per tutelarli dai rischi di aggressione ( uno dei più grandi reparti protetti del nord Italia con oltre 300 presenze) e in parte portatrice di una fragilità sociale e psichica, situata nella struttura per la presenza dell'articolazione di salute mentale lombarda. «Se ogni suicidio è un caso a sé e va considerato nella sua complessità, valutando anche la disperazione individuale di chi commette questo atto è anche vero che quando il numero dei suicidi supera una certa soglia è necessario indagare oltre, per capire se ci sono delle cause di tipo sistemico», denuncia Antigone.