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La Commissione Tecnico Scientifica di Aifa approva l’utilizzo del vaccino Comirnaty (Pfizer) per la fascia di età 5-11 anni con una dose ridotta, un terzo del dosaggio autorizzato per adulti e adolescenti e con formulazione specifica. La vaccinazione avverrà in due dosi a tre settimane di distanza l’una dall’altra. Già negli scorsi giorni Franco Locatelli, coordinatore del Cts, aveva spiegato che le prime dosi di vaccino ai bambini dovrebbero essere somministrate il 23 dicembre, in attesa proprio del via libera definitivo dell’Aifa. Intanto nel question time alla Camera il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha sottolineato che «le prime dosi sono ormai arrivate all’87,4 per cento della popolazione vaccinabile, il ciclo completo all’84,5 per cento». Percentuali che dovranno necessariamente essere riviste tra qualche settimana, quando nella popolazione vaccinatile entreranno anche i bambini. Prosegue il ciclo di richiami, con una media di oltre 200mila terze dosi al giorno nell’ultima settimana, per un totale di oltre sei milioni e mezzo di dosi di richiamo già somministrate. Intanto la politica s’interroga sul vaccino ai più piccoli e sull’ipotesi di obbligo vaccinale, che sta prendendo piede in Europa, dalla Germania all’Austria. «Credo che, per ora, ci possiamo permettere di non affrontare questo argomento», ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sottolineando che ciò è possibile perché l’Italia ha una «corazza» che corrisponde all’87 per cento di già vaccinati citati da Speranza. «Ottima la notizia dell’ampliamento della vaccinazione anche per le fasce dei più piccoli - ha commentato il renziano Ettore Rosato - Ma è necessaria in questo senso una grande campagna di sensibilizzazione che accompagni le famiglie in questa direzione, grazie anche all’aiuto dei pediatri e degli esperti del settore». Di «centri vaccinali pediatrici» parla il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, mentre per Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia, «una settimana di lockdown nel nostro Paese costa oltre nove miliardi di euro» e per questo «vanificherebbe tutti gli sforzi che si stanno facendo». Gli fa eco il presidente della Liguria e leader di Cambiamo!, Giovanni Toti, che ripropone l’idea dell’obbligatorietà di vaccino per gli over 50. «Non perdiamo altro tempo - esorta - bisogna sollecitare al più presto i cittadini che ignorano gli appelli e le motivazioni scientifiche a vaccinarsi».