La notizia è che la ministra
Marta Cartabia ha dato il via libera al decreto attuativo attraverso il quale si adottano i criteri e le modalità di erogazione dei rimborsi delle spese legali per gli assolti. Ora manca solo la firma del ministro dell’Economia
Daniele Franco. A segnalare il ritardo del provvedimento attuativo, che sarebbe dovuto arrivare già a febbraio di quest’anno, era stato proprio su questo giornale, due giorni fa, il responsabile Giustizia di Azione
Enrico Costa, autore dell’emendamento alla legge di bilancio 2020, approvato all’unanimità, che stanziava un fondo di 8 milioni annuali.
Costa, dalle nostre pagine, si era rivolto proprio alla guardasigilli: «Mi appello a Lei e ai suoi nobili principi affinché possa dare una accelerazione all’emanazione del decreto attuativo». Se non fosse arrivata la firma entro la fine dell’anno, i fondi per gli assolti sarebbero andati persi. «Ringrazio la ministra Cartabia - dice Costa - perché ha sbloccato una situazione che a livello di struttura non era risolvibile. Avendo avuto delle interlocuzioni con gli uffici ministeriali e avendo fatto atti di sindacato ispettivo,
ero consapevole che senza il suo intervento si sarebbe protratta la fase di stallo: per questo mi sono rivolto direttamente a lei, quando mancava davvero poco alla scadenza massima dei termini. Ancora una volta - ci tiene a sottolineare il deputato - ho avuto la dimostrazione che sui principi e nel rapporto con il Parlamento possiamo contare sulla ministra.
Non mi ero permesso prima di disturbarla per questa questione, perché credevo che si sarebbe risolta nella fisiologia dei lavori ministeriali».
I ringraziamenti di Costa (non solo alla Cartabia) al Dubbio
Costa ci tiene a esprimere riconoscenza anche al nostro giornale: «Ringrazio anche il Dubbio che subito ha dato voce a questa mia urgenza, che poi non è solo la mia ma di tutte quelle migliaia di persone che ogni anno vengono trascinate in un calvario giudiziario e poi assolte.
È stata una bella soddisfazione prendere atto che la ministra, nel giro di due giorni, si sia adoperata per una norma che apre uno spiraglio su un tema». Comunque Costa continua la propria battaglia ed è già pronto a rilanciare, perché conferma che presenterà degli emendamenti all’attuale legge di bilancio per implementare il fondo: «Certo, se i decreti fossero stati emanati entro febbraio di quest’anno, quando ancora c’era il ministro
Alfonso Bonafede, adesso, in base alle domande che sarebbero pervenute dai cittadini assolti, avremmo avuto maggiore contezza per chiedere un aumento della somma da poter stanziare».
Rimborso degli assolti, cosa prevede la legge
Ora naturalmente quello che interessa sapere agli interessati è a quali condizioni, come e quando si potrà chiedere il rimborso delle spese legali. Costa infatti ci ha raccontato come siano molte le persone che lo hanno contattato per sapere quando avrebbero potuto procedere.
In linea generale la legge prevede che, all’imputato assolto, con sentenza divenuta irrevocabile, perché il fatto non sussiste, perché non ha commesso il fatto o perché il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato, è riconosciuto il rimborso delle spese legali nel limite massimo di euro 10.500. Ristoro che dovrebbe essere ripartito in tre quote annuali di pari importo, a partire dall’anno successivo a quello in cui la sentenza è divenuta irrevocabile, e non concorrere alla formazione del reddito.
I punti da chiarire
L’avvocato, per ottenerlo, deve presentare la fattura, con espressa indicazione della causale e dell’avvenuto pagamento, corredata di parere di congruità del competente
Consiglio dell’Ordine forense, nonché di copia della sentenza di assoluzione con attestazione di cancelleria della sua irrevocabilità. Il rimborso non è riconosciuto nei seguenti casi: assoluzione da uno o più capi di imputazione e condanna per altri reati; estinzione del reato per avvenuta amnistia o prescrizione; sopravvenuta depenalizzazione dei fatti oggetto di imputazione.
Ora il decreto ministeriale dovrà chiarire diversi aspetti: può fare domanda solo colui che è assolto dal giorno dell’emanazione del decreto o anche chi è stato prosciolto prima? L’avvocato a quale organo deve presentare la domanda? Una risposta possiamo già darla: la scelta tra chi rimborsare sarà fatta attribuendo rilievo al numero di gradi di giudizio cui l’assolto è stato sottoposto e alla durata del giudizio.
Il meccanismo di erogazione è difatti a rubinetto, ossia che va ad esaurimento, perciò era necessario emanare nel dettaglio i decreti di assegnazione.