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Paul Rusesabagina
«Come Consiglio nazionale forense abbiamo sempre difeso la tutela dei diritti umani a livello mondiale e ci sembra del tutto coerente portare l’attenzione dell’avvocatura italiana e dell’opinione pubblica sul caso di Paul Rusesabagina, un eroe e un simbolo della convivenza pacifica tra le etnie. Per questo chiediamo al Parlamento italiano un intervento perché venga liberato e possa tonare a vivere in Belgio». Le parole di Francesco Caia, presidente dell’Oiad, consigliere Cnf e coordinatore della Commissione diritti umani del Cnf, mostrano con quanto impegno l’avvocatura italiana è scesa in campo per sostenere la causa di un uomo che si è sempre battuto per i diritti umani, ostaggio di un regime spietato che lo ha condannato falsificando le prove privandolo del diritto di difesa. Oggi lo stesso Cnf, che ospiterà nel suo plenum la figlia di Resesabagine, Carine Kanimba e il suo avvocato belga Vincent Lurquin, adotterà una risoluzione che verrà inviata al Ccb, l’organismo che riunisce i Consigli forensi europei: «È una storia terribile ed emozionante sulla tutela dei diritti fondamentali e l’avvocatura italiana farà di tutto perché riacquisti la sua libertà», promette Caia.