PHOTO
pandemia
«Bimbi vaccinati da dicembre. Terza dose anche sotto i 60», lo annuncia il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un’intervista a al Corriere della Sera. «Più un Paese sale con i vaccini e più è protetto». Ma poiché è «realistico» aspettarsi una crescita anche in Italia, è fondamentale continuare a rispettare le regole: «Al chiuso resta l’obbligo di mascherine, non ho intenzione di toccarlo. E non si tocca l’uso robusto del green pass. I numeri sono dalla nostra parte, il modello adottato sta funzionando. Regole e strategia dunque non cambiano, ma ovviamente valuteremo». La priorità del governo è accelerare con la terza dose e avviare subito la vaccinazione dei bambini. Quando si parte con la fascia 5-11? «Il mio auspicio è dicembre, non appena l’Ema avrà approvato il vaccino e l’Aifa avrà dato il via libera per l’Italia. Gli scienziati stanno dicendo che la dose di un terzo di Pfizer è efficace e sicura. Lavoreremo con i pediatri per parlare alle famiglie». Dei 3,2 milioni di bambini di quella fascia, Speranza punta a vaccinarne almeno la metà: «Se tra i 12 e i 19 anni siamo arrivati al 70 per cento, per i più piccoli possiamo arrivare al 50 per cento». «Il premier ha grande fiducia nella comunità scientifica. Non ci sono paturnie politiche in grado di rovesciare l’evidenza scientifica. Siamo determinati a rispettare questo principio: decide la scienza. Fino ad ora il governo ha fatto così e i risultati sono sotto gli occhi di tutti», ha aggiunto Speranza. Anche sulla terza dose è il momento di correre: «Stiamo spingendo, c’è una crescita forte». I vaccini ci sono, gli appelli del governo sono destinati a intensificarsi. Che fare per convincere i dubbiosi? «Sabato abbiamo superato i due milioni 44 mila booster e segnato il record di 120 mila terze dosi in un giorno, non sono poche. Questa settimana decideremo con gli scienziati di allargare a ulteriori fasce d’età». In Gran Bretagna hanno aperto agli over 50, possiamo fare meglio? «Penso che a sei mesi dalla seconda dose sia opportuno favorire la terza per la platea più larga possibile». Siamo in grado di scendere anche sotto i 30 anni? «Per me ci arriveremo, ma già somministrare la terza dose sopra i 40 o 50 anni sarebbe un passo importante. Ci atterremo comunque al parere degli scienziati». Lo stesso si farà sulle regole del Natale. In conferenza stampa Speranza ha schivato la domanda su feste e cenoni perché teme che il «tormentone» parta in anticipo. Ma il calendario non fa sconti e il ministro si rassegna a sfogliarlo: «Al momento non abbiamo pianificato ulteriori interventi normativi, non ci sono norme allo studio. L’inverno è la stagione più insidiosa perché si sta più al chiuso, quindi il mio invito è alla prudenza totale, a indossare le mascherine e rispettare il distanziamento». Chi sta programmando viaggi all’estero può comprare serenamente il biglietto? «Io sono per le vacanze in Italia», prova a cavarsela con una battuta Speranza. Come se lo immagina, il Natale 2021? «Se i reparti ospedalieri tengono non scatteranno misure e sarà un Natale come gli altri prima del Covid. Se invece i ricoveri salgono scatteranno le misure nei territori, in base al sistema dei colori. Non abbiamo mica sospeso la legge che prevede le fasce di rischio... Con il giallo tornano le mascherine all’aperto e al ristorante c’è il limite di 4 a tavola». E qui il ministro si ferma. Forse perché in una fase di (cauto) orgoglio, con il nostro Paese che può vantare le uniche sei regioni d’Europa nella fascia più bassa di rischio, non vuole evocare quella cartina d’Italia a macchie gialle, arancioni e rosse che ha scandito le fasi più dure della pandemia. «Il mio è un messaggio di prudenza, ma voglio ringraziare gli italiani che all’86 per cento si sono vaccinati, anche gli ultimi 17mila che, dopo tanti dubbi, hanno fatto la prima dose». E i no-vax che continuano a protestare nelle piazze? «Li invito a osservare la evidente proporzionalità inversa tra numero di vaccini e numero di contagiati. C’è un lavoro massiccio di persuasione da fare su quel 12 o 13 per cento di persone che sono no vax, hanno paura o sono difficili da contattare. Dobbiamo convincerli uno per uno. Ogni vaccino in più rende il nostro scudo più forte». Arrivano notizie incoraggianti sul fronte delle cure. Le nuove pillole anti-Covid di Merck e Pfizer sono «ulteriori strumenti che possono aiutarci, ma non possono certo sostituire l’arma fondamentale che è il vaccino». Quando finirà questo lungo incubo? Dovremo vaccinarci contro il Covid ogni anno, come per l’influenza? «Lo capiremo con i mesi sospira Speranza -. Ma quando hai una fetta larghissima di popolazione vaccinata affronti meglio il virus. Passato l’inverno, se a livello mondiale salirà la copertura vaccinale sarà più facile evitare ulteriori varianti». Ne arriveranno ancora? «È un tema vero che giustamente ci preoccupa». A Roma il centro vaccinale allestito all’interno dell’Auditorium di Santa Cecilia dove viene somministrato il vaccino Moderna. La campagna prosegue a ritmo sostenuto per garantire la più ampia copertura possibile in vista di settimane che si prospettano delicate perché è previsto un aumento dei casi di contagio.