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nello rossi renzi cordone
«La logica dello scioglimento per decreto legge è estrema, assoluta ed emergenziale. Indica un pericolo imminente ed estremamente insidioso per la democrazia, ed io non vedo al momento le condizioni». A dirlo è Nello Rossi, ex magistrato e direttore del periodico di Magistratura Democratica, Questione Giustizia che nell’ambito del dibattito sulle modalità di un eventuale scioglimento di Forza nuova afferma: «Io credo onestamente che la democrazia vada difesa innanzitutto con le armi della democrazia e non è un caso che la rivista che dirigo ha deciso di aderire alla manifestazione indetta dai sindacati, perché è una forma di manifestazione democratica che segnala che c’è sensibilità e reazione di fronte a quanto accaduto». «Abbiamo un quadro normativo sufficientemente chiaro - prosegue l’ex magistrato - la dodicesima disposizione della Costituzione e la legge Scelba. La ricostituzione del partito fascista è un reato che può accompagnarsi ad altri gravi reati. E come tale può essere contestato e perseguito attraverso un iter giudiziario che ha una sua logica, permette le garanzie degli accusati consentendo anche pene severe. Al momento non so se ci siano le condizioni per questo. E mi preoccuperei se vedessi una democrazia in pericolo ad opera di un ricostituito partito fascista, tale da determinare la necessità e l’urgenza di cui parla la legge Scelba quando prevede lo scioglimento per decreto». «Il tipo di psicologia che animò all’epoca il legislatore era differente. Si pensava ci potessero essere pericoli imminenti», ricorda. Adesso c’è un rischio incombente? «Il problema è la valutazione discrezionale sulla gravità del pericolo. Per quanto io consideri gravi, deprecabili e pericolosi gli eventi accaduti giorni fa, non li vedo come un attentato globale alla democrazia italiana -risponde il direttore del periodico di Magistratura democratica - E questo dovrebbe essere il criterio di valutazione ispiratrice di un eventuale decreto legge. Lo ripeto: la democrazia si difende innanzitutto con le armi della democrazia e grazie a Dio la nostra non mi sembra in grave e imminente pericolo».