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Procura di Roma
Il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi ha più titoli di Michele Prestipino e di questo dovrà tenere conto il Csm nel decidere chi sarà il nuovo capo della Procura di Roma. Con la decisione con cui ha respinto i ricorsi presentati dall’attuale procuratore capo della Capitale, dal ministero della Giustizia e dal Csm, il Consiglio di Stato ha reso definitiva la decisione che dà ragione - dopo averlo fatto già col procuratore generale di Firenze, Marcello Viola - anche al procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi. Nel rivedere la nomina di Prestipino, decretata dal plenum di Palazzo dei Marescialli il 4 marzo 2020, l’organo di autogoverno dei giudici dovrà seguire le indicazioni che il Consiglio di Stato ha dato, in accoglimento del ricorso incidentale presentato, per conto di Lo Voi, dagli avvocati Salvatore e Tommaso Pensa bene Lionti. I giudici amministrativi sono entrati nel merito della scelta adottata dal Csm e hanno affermato che il capo della Dda del capoluogo siciliano ha molti più titoli dell’attuale procuratore della Capitale. In sostanza adesso la quinta sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Federico Di Matteo, tiene conto di ciò che il tribunale amministrativo regionale del Lazio aveva considerato «assorbito» in altri punti del ricorso, riconoscendo la prevalenza della «specificità delle funzioni direttive» svolte da Lo Voi quale procuratore capo. «Se è statala raffinata conoscenza delle mafie tradizionali - si legge in sentenza - che ha consentito a Prestipino di cogliere l’originalità della situazione peculiare di Roma, non si comprende come tale capacità non potesse essere riconosciuta anche a Lo Voi». E quest’ultimo, «a differenza di Prestipino, dal 2014, è titolare di incarico direttivo, cioè di procuratore della Repubblica». Inoltre, nella Direzione distrettuale antimafia, la Procura di Palermo ha 60 aggiunti contro i 25 di Roma. In precedenza Prestipino era risultato «soccombente» anche per i ricorsi presentati da Viola, pure lui aspirante al posto: in questo caso la sentenza del Consiglio di Stato è definitiva da alcuni mesi ma il plenum dovrà solo reinserire tra i candidati da valutare il pg di Firenze, escluso a causa dei veleni del «caso Palamara». Contro Viola, Prestipino, assistito dall’avvocato Massimo Luciani, ha proposto un ulteriore ricorso allo stesso Consiglio di Stato (che lo ha respinto sul piano cautelare) e in Cassazione, che ha fissato l’udienza in camera di consiglio per il 23 novembre.