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Lasciamo da parte l'obbligo vaccinale. Almeno per il momento. Intendiamoci, l’argomento è interessantissimo, soprattutto per un giornale come il nostro, ma mettiamolo in parentesi per un attimo e concentriamoci su un dato: 200mila docenti non hanno ancora fatto il vaccino. Diciamo che un metà di loro, e vogliamo essere generosi, non lo ha fatto per ragioni pratiche: disorganizzazione, semplice dimenticanza... Rimangono comunque più di 10omila insegnanti ancora non coperti dal vaccino. Ovviamente la grandissima parte di loro ha raggiunto da tempo l’età per farlo e dunque escludiamo una qualche motivazione legata a ritardi della macchina burocratica sanitaria. Insomma, con ogni probabilità si tratta di persone che hanno deciso deliberatamente di non vaccinarsi. Ecco, a questo punto ci chiediamo: quanta credibilità può avere un insegnante novax agli occhi di uno studente? E che cittadino può contribuire ad “allevare” un docente che non si fida della scienza e che, in piena pandemia, considera il vaccino non un'opportunità ma un pericolo? E, infine, quale senso civico può trasmettere una persona che non riesce a capire che il vaccino non solo protegge se stessi ma soprattutto gli altri? Ecco, la soluzione al problema dei novax forse va ricercata tra queste domande. Dobbiamo seriamente chiederci se sia davvero opportuno affidargli la formazione dei nostri figli. Potremmo chiedere loro di occuparsi di altro. La scuola ha tanti problemi...