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Gli onorari degli avvocati per le mediazioni potranno essere rimborsati con un credito di imposta fino a 600 euro. È quanto emerge dalla relazione tecnica che ha accompagnato gli emendamenti presentati il 16 giugno dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia, al ddl sulla riforma del processo civile. Infatti, si scopre che la Ragioneria dello Stato ha stanziato 47,6 milioni di euro l’anno per l’estensione del credito di imposta (ex art. 20 D.Lgs 28/2010) al compenso degli avvocati che assistono i propri clienti in una mediazione conclusa con un accordo, possibilità che in precedenza era riservata solo alla remunerazione pagata all’organismo di mediazione. Precisato che lo stanziamento incorpora anche l’aumento del valore massimo del credito di imposta da 500 a 600 euro, e un incremento atteso del 20% delle mediazioni che hanno successo, è ragionevole ritenere che buona parte di queste risorse vadano a incrementare gli introiti dei legali esperti di “Adr”, che faranno presente ai propri clienti questa opportunità fiscale, in grado di ridurre sensibilmente i costi delle controversie risolte con la mediazione. È il caso di ricordare che gli emendamenti si riferiscono al ddl classificato per ora con la sigla AS (Atto Senato) 1662, e firmato dal precedente ministro Alfonso Bonafede, all’esame della commissione Giustizia del Senato da circa un anno. Fra le novità degli emendamenti di Cartabia vi è appunto lo stanziamento di risorse destinate a favorire con incentivi fiscali il ricorso alla mediazione. L’ impegno è indicato esplicitamente nella nuova lettera a) dell’articolo 2 proposta dal governo, dedicata alle “Adr”, nella quale si elencano gli incentivi fiscali (riassunti in un servizio apparso sul Dubbio di giovedì scorso) oggetto di futuro riordino e semplificazione, che dovrebbero indurre le parti in causa a preferire il ricorso alla mediazione. Analogo richiamo c’è anche nell’aggiunto comma 1-bis dell’art. 16, relativo alle disposizioni finanziarie. Questo comma 1-bis stanzia per il 2022, anno in cui dovrebbe entrare in vigore il nuovo processo civile (presumibilmente il 1° luglio 2022), 4,4 milioni di euro, mentre a regime, ossia dal 2023, sono messi sul piatto 60,6 milioni l’anno. Le risorse proverranno dal Fondo per interventi strutturali di politica economica (Dl 282/2004), dal Fondo del Mef per le esigenze indifferibili che si manifestano in corso di gestione (ex art. 1, comma 200, legge 190/2014), e dal Fondo speciale di parte corrente del Mef, nell’ambito del programma “Fondi di riserva e speciali” della Missione “Fondi da ripartire”. La relazione tecnica è di grande interesse poiché indica sia il costo dei vari incentivi fiscali, sia i dati statistici in materia di mediazione civile, e sia le novità, tra cui l’estensione del credito di imposta ai compensi degli avvocati che assistono i propri clienti nella mediazione. Il primo incentivo, l’esenzione dall’imposta di registro (ex art. 17, comma 3, D.Lgs. 28/2010), del quale il legislatore intende estendere l’ambito applicativo, dovrebbe determinare un costo per l’erario pari a 6 milioni l’anno. La stima si basa sui dati delle mediazioni civili obbligatorie che danno luogo a un’imposta di registro verificatesi nel triennio 2017-2019: e questi dati segnalano che in media ci sono circa 50mila mediazioni l’anno, di cui 21mila per i diritti reali, 8.000 per la divisione, 18mila per la locazione, 2.000 per il comodato, e 1.000 per l’affitto di aziende. Il secondo incentivo fiscale, il credito di imposta (ex art. 20, D.Lgs 28/2010), che, come ricordato, viene esteso ai compensi pagati agli avvocati e non più solo a quelli versati all’organismo di mediazione, vede crescere il limite massimo da 500 a 600 euro. Per quantificare il costo erariale di questo ampliamento del credito di imposta, pari a 47,6 milioni di euro l’anno, si considera il numero di mediazioni che hanno risolto delle controversie: nel triennio 2017-2019 sono state in tutto 140mila l’anno, aggiungendosi alle 50mila che determinano un’imposta di registro, le 20mila per il condominio, 7.000 per le successioni, 7.000 per le responsabilità dei medici, 1.000 per la diffamazione a mezzo stampa, 9.000 per i contratti assicurativi, 22mila per i contratti bancari, 5.000 per i contratti finanziari, circa 20mila per altre tematiche.