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«Sono lieto di formulare, a nome di tutta la Nazione e mio personale, le più sentite espressioni di gratitudine e apprezzamento alle donne e agli uomini della Polizia Penitenziaria per il costante e generoso impegno che pongono nell’adempimento dei loro doveri». È il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, inviato al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Bernardo Petralia, in occasione del 204esimo anniversario della costituzione del Corpo di polizia penitenziaria. «La Polizia Penitenziaria opera con spirito di servizio e dedizione per garantire il mantenimento dell’ordine e la sicurezza dei detenuti. In sinergia con gli altri operatori del settore, si adopera in modo significativo nel percorso di rieducazione dei detenuti, in attuazione del principio previsto in tal senso dalla Costituzione. Nell’esercizio dell’attività di vigilanza, la Polizia Penitenziaria è chiamata a fronteggiare situazioni di tensione e di sofferenza, sempre più frequenti anche a causa dell’emergenza sanitaria in atto. La capacità di intervento e l’indiscussa professionalità degli appartenenti al Corpo hanno consentito di superare con tempestività ed efficacia i gravi disagi emersi negli istituti penitenziari del Paese», aggiunge il capo dello Stato. «In questo giorno di solenne celebrazione, nel rendere omaggio alla memoria dei caduti nell’esercizio del loro dovere, esprimo ai loro familiari la vicinanza del Paese e rinnovo a nome dell’intera Nazione a tutti voi, ai colleghi non più in servizio e alle vostre famiglie sentite espressioni di apprezzamento e ringraziamento», conclude Mattarella.
Parliamo, come detto, della cerimonia celebrativa del 204° anniversario della Fondazione del Corpo di polizia penitenziaria che si è tenuta presso la scuola di Formazione e Aggiornamento Giovanni Falcone di Roma e alla quale sono intervenuti, oltre ai rappresentanti istituzionali come la guardasigilli Marta Cartabia, numerose autorità politiche, militari, civili e religiose. Tra questi c’è Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, il quale spiega che con la loro peraltro doverosa partecipazione, intendono «rendere omaggio alle donne e agli uomini del Corpo di polizia penitenziaria in un momento simbolico che, tutti auspichiamo, potrebbe segnare l’inizio della svolta e del rilancio dopo la pandemia che ha visto le carceri pesantemente colpite in via diretta, per il tributo di vite umane e di contagiati che ha pagato e che sta ancora subendo, e in via indiretta a causa delle rivolte che poco più di un anno fa hanno messo a nudo tutta l’impreparazione e l’inefficienza dell’amministrazione penitenziaria del tempo e rispetto alle quali si sono certamente fatti dei progressi, ma moltissimo c’è ancora da realizzare». Prosegue De Fazio: «Organici, equipaggiamenti, modello custodiale, gestione dei detenuti infermi di mente, aggressioni agli operatori, sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro e architettura del Corpo sono solo alcune fra le questioni che devono essere compiutamente affrontate e urgentemente risolte». Il segretario della Uilpa conclude: «La festa del Corpo segni la progettualità e la crescita dell’amministrazione penitenziaria tutta e non si trasformi nell’ennesima passerella per politici, alti dirigenti e potentati di turno, proprio a discapito della Polizia penitenziaria che formalmente viene omaggiata». Ma la ministra della Giustizia Marta Cartabia non sta a guardare e non si nasconde dietro un dito. È intervenuta alla cerimonia sottolineando che «il problema del sovraffollamento nelle carceri torna a destare grave preoccupazione».
Fa sapere che il suo ministero della Giustizia ha sollecitato il governo e tutti gli altri ministeri coinvolti per «affrontare urgentemente il problema della tutela della salute mentale, a partire dalla carenza di presidi territoriali attenti alle persone detenute e dall’insufficienza delle strutture esterne». La Guardasigilli Marta Cartabia, spiega che segue «con attenzione e crescente preoccupazione» il fenomeno delle aggressioni agli agenti negli istituti penitenziari: «397 episodi in 6 mesi del 2021 - ha osservato Cartabia nel suo intervento - sono cifre altissime, come lo sono le 837 avvenute nell’intero 2020». Secondo Cartabia, «nessuna violenza può mai trovare giustificazione, né tolleranza. Ogni violenza dovrà sempre essere condannata, fermata e punita. E soprattutto, prevenuta». Aggiunge che il Recovery plan «ci offre l’occasione di agire su vari fronti» per il sistema penitenziario.
La ministra Cartabia ha inoltre sottolineato, rivolgendosi agli agenti, che «senza scelte adeguate sul vostro organico, sulla formazione del personale, sulle vostre dotazioni materiali, informatiche, sugli spazi e sulle strutture non ci può essere una realtà carceraria degna di un paese moderno».
E Massimo Vespia, segretario Generale della Fns Cisl, esprime apprezzamento per «le parole della Cartabia sull'utilizzo delle risorse del Recovery per migliorare una situazione non più sostenibile e torniamo a chiedere proprio al ministero della Giustizia ed al Dap soluzioni concrete ed immediate: basta misure tampone che non risolvono il problema. È tempo di passare dalle parole ai fatti».