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Jurgen Conings. 46 anni, è un veterano delle guerre in Kosovo, Afghanistan e Iraq. Uno tosto come si dice in gergo, decorato per i suoi atti di valore sul campo di battaglia ma censurato più volte dalle gerarchie militari per i suoi propositi violenti e razzisti nei confronti dei migranti e del “sistema” che li protegge.
Sorvegliato da tempo dai servizi di sicurezza, Conings è riuscito a sfuggire a un mandato di arresto dopo che aveva minacciato di uccidere diversi politici di area progressista e di «farla pagare cara» al dottor Marc Van Ranst il più noto e mediatico virologo del Paese.
Manco a dirlo è convinto che il Covid sia una montatura, un complotto internazionale degli immancabili poteri forti contro il suo paese e la civiltà occidentale. E in tal senso Van Ranst, medico salito alla ribalta durante la pandemia di Covid, grande sostenitore dei lockdown, acerrimo nemico dei “no mask” e tenace sostenitore dell’accoglienza verso gli stranieri e della società multietnica, è il bersaglio perfetto per un estremista xenofobo come Conings. Da tre giorni centinaia di poliziotti, tra cui decine di membri dei corpi speciali, lo stanno braccando in una gigantesca caccia all’uomo nella provincia di Limbourg, in una foresta di 15mila ettari ai confini con l’Olanda dove si è presumibilmente nascosto. Tutta l’area è stata chiusa al pubblico per facilitare le ricerche.
«L’uomo è alto circa 1 metro e 80 ed è muscoloso. È calvo e ha diversi tatuaggi, soprattutto sulla parte superiore delle braccia. Al momento della sua scomparsa indossava una maglietta Timberland di colore scuro», si legge nell’appello pubblico diramato dopo la sua fuga in cui si invitano i cittadini a segnalare la sua eventuale presenza alle forze dell’ordine.
Armato fino ai denti, con sé ha portato quattro lanciarazzi da guerra, fucili d’assalto, bombe a mano, pistole e un giubbotto antiproiettile. Una specie di Rambo delle Fiandre, incattivito, solo contro tutti e potenzialmente letale se decidesse di passare all’attacco. Il suo addestramento da cecchino professionista non fa sperare per il meglio.
Solo che non si tratta di un film: le unità antiterrorismo lo giudicano infatti estremamente pericoloso» e prendono molto sul serio le sue minacce.
Lo dimostra la scorta che è stata assegnata a Van Ranst, poi trasferito in un luogo segreto con la famiglia, e i livelli di sicurezza rafforzati per decine di personalità politiche, in particolare esponenti dei partiti progressisti e più favorevoli all’immigrazione e all’ampliamento dei diritti civili.
Il fatto che da tre giorni stia tenendo in scacco centinaia di poliziotti addestrati che non riescono a scovarlo negli anfratti della foresta, preoccupa non poco l’opinione pubblica e i media che denunciano l’inefficenza delle forze dell’ordine e la scarsa tempestività dei magistrati che da tempo avevano il suo dossier per le mani. Per sfuggire alla caccia, spiegano gli ufficiali dei corpi speciali, deve muoversi in continuazione, dormire non più di un’ora per notte, il che lo rende ancora più imprevedibile.
«Conings nel corso degli anni ha subito sanzioni disciplinari da parte dell’esercito, procedimenti penali da parte della magistratura, e appartiene un gruppo di trenta membri dell’esercito considerati” sorvegliati speciali” in quanto a rischio di compiere atti di terrorismo interno», spiega la ministra della Giustizia belga Ludivine Dedonder, per la quale «un fascista violento come lui non dovrebbe essere un membro delle forze armate».
Da alcuni mesi Conings era finito in cima alla lista Ocam, un casellario del ministero dell’Interno dove figurano i nomi dei sospetti terroristi più pericolosi, paradossalmente in compagnia di presunti jihadisti, cittadini belgi di origine maghrebina e di religione musulmana, gli stessi che Conings afferma di volere far sparire dalla faccia del Belgio e dell’Europa nei suoi deliranti commenti su internet.