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Patrick Zaki resterà nel carcere di Tora. A 10 mesi esatti dal suo arresto, è stata prorogata per altri 45 giorni la custodia cautelare dello studente egiziano dell'Università Alma Mater di Bologna arrestato lo scorso 7 febbraio al suo arrivo al Cairo, dove si era recato per far visita alla famiglia, e da allora in prigione con l'accusa di propaganda sovversiva. E' stata dunque disattesa la speranza di una sua imminente liberazione, che si era riaccesa dopo che l'Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr), l'ong per la difesa dei diritti civili con la quale Zaki collaborava, aveva annunciato che l'udienza per il rinnovo della carcerazione dello studente 29enne, prevista all'inizio di gennaio, era stata anticipata a sabato. Un segnale, si auspicava, che qualcosa si stesse muovendo. Giovedì sera, inoltre, erano stati scarcerati dalla prigione di Tora, dopo alcune settimane di detenzione, i tre dirigenti dell'Eipr Gasser Abdel-Razek, Karim Ennarah e Mohamed Basheer che erano stati accusati, tra l'altro, di far parte di un gruppo terroristico e della diffusione di notizie false. Cinque giorni fa la legale del giovane, Huda Nasrallah, aveva fatto visita a Zaki in carcere per la prima volta dal 7 febbraio. "Dorme per terra dal giorno del suo arresto" e ha chiesto una pomata e una cintura "perché soffre di dolori alla schiena", aveva denunciato l'avvocato, mentre gli attivisti che animano la pagina Facebook 'Patrick Libero' si erano detti "davvero preoccupati" per le condizioni di salute dello studente. In questi mesi si sono susseguite le udienze in cui ogni volta è stata rinnovata per 45 giorni la detenzione preventiva di Zaki, nonostante i numerosi appelli e iniziative del governo italiano, di politici, attivisti e associazioni. Lo scorso 22 novembre, l'ambasciatore italiano al Cairo, Giampaolo Cantini, a seguito della richiesta di incontro espressa anche da altri Paesi europei al ministero degli Esteri egiziano già nelle fasi immediatamente successive agli arresti degli attivisti di Eipr, aveva avuto un colloquio con l'assistant Foreign Minister egiziano per i Diritti umani, ambasciatore Gamaleddin. In quell'occasione, il rappresentante diplomatico italiano aveva manifestato la forte preoccupazione per l'inasprimento della repressione nei confronti della società civile e per la situazione dei diritti umani in Egitto, ribadendo la richiesta di un pronto rilascio di Patrick Zaki. Tale iniziativa fece seguito ad altri passi ufficiali, tra cui quello fatto nei confronti dell'ambasciatore egiziano a Roma e l'invio, con altri partner internazionali, di una lettera al ministro degli Esteri, Sameh Shoukry. Nei giorni scorsi aveva chiesto la scarcerazione dei tre dirigenti dell'Eipr e di Zaki anche la star del cinema, Scarlett Johansson. "Questi uomini hanno dedicato la propria vita a combattere contro le ingiustizie e ora si trovano in carcere e stanno affrontando accuse false", aveva dichiarato l'attrice di Hollywood in un video pubblicato su YouTube che aveva avuto grande eco mediatica.