Ma che fine hanno fatto le migliaia di braccialetti elettronici che dovevano essere stati già in circolazione? Questo è il giallo tuttora irrisolto e che venerdì prossimo 11 dicembre, il governo dovrà finalmente chiarire grazie a una interpellanza urgente presentata dal deputato di Italia Viva Roberto Giachetti e sottoscritta dalle parlamentari Lucia Annibale, Maria Elena Boschi e l’ex M5s Catello Vitiello. L’interpellanza è stata necessaria perché il ministro della Giustizia non ha risposto all’interrogazione parlamentare posta sempre da Giachetti su proposta del Partito Radicale, in particolar modo Rita Bernardini, che ha condiviso le inchieste de Il Dubbio sui braccialetti elettronici.Mancata risposta anche quando lo stesso Giachetti ha rinnovato l’interrogazione presentandola in commissione Giustizia. 23 milioni di euro per il contratto di fornitura con Fastweb Ricordiamo che sono stati spesi circa 23 milioni di euro per il contratto di durata triennale con Fastweb per la produzione di 1000-1200 braccialetti elettronici al mese, per un totale di circa 43.200 dispositivi. Ma non solo. In più si sono aggiunti altri capitolati di spesa. Infatti, dalla relazione tecnica del decreto “Cura Italia” di marzo scorso compare lo stanziamento di 11.212.767 euro per l’anno 2020, più di 21mila euro per l’anno 2021 e altrettanto denaro per l’anno 2022. Sono i costi per il «noleggio, installazione, gestione e manutenzione di particolari strumenti tecnici di controllo delle persone sottoposte alle misure cautelari degli arresti domiciliari o dei condannati in stato di detenzione domiciliare».Insomma tanti soldi, ma di tutti quei braccialetti non c’è n’è traccia. L'interpellanza urgente:  perché ci sia stata l'esigenza di produrre ulteriori 4.700 braccialetti  Infatti, la domanda posta dall’interpellanza urgente è chiarissima. Si chiede il motivo per quale ci sia stata l'esigenza di produrre ulteriori 4.700 braccialetti elettronici se alla data di aprile 2020 Fastweb avrebbe già dovuto consegnarne e rendere operativi tra i 13.000 e i 16.000. Sì, perché inspiegabilmente pare che, ad aprile scorso, il Commissario straordinario Domenico Arcuri abbia affidato a Fastweb la fornitura di ulteriori 4.700 braccialetti. Non se ne comprende il motivo. Roberto Giachetti ha chiesto quindi di interpellare il ministro della Giustizia, facendo però alcune premesse. Sul sito della Polizia di Stato è possibile reperire le informazioni in merito alla procedura aperta per l’affidamento di un servizio di monitoraggio di soggetti con l’utilizzo di strumenti di sorveglianza elettronici – c.d. “Braccialetto elettronico"; da lì si ottengono tutti i documenti via via postati in ordine cronologico: gara d’appalto, ai sensi del D. Lgs.vo n.50 del 18 aprile 2016, con procedura aperta (art. 60, comma1), per l’affidamento di un servizio di monitoraggio di soggetti con l’utilizzo di strumenti di sorveglianza elettronici – c.d. “Braccialetto elettronico”; il bando GUUE è stato trasmesso in data odierna con ID n. 2016-155063. (02/12/2016); sono state pubblicate le risposte ai chiarimenti. (11/01/2017); è stata pubblicata una precisazione alla risposta al chiarimento n. 147. (13/01/2017); è stato pubblicato il verbale della seduta pubblica per l'esame della documentazione amministrativa. (16/02/2017); è stato pubblicato il verbale relativo alla valutazione della documentazione integrativa prodotta dal Rti Engineering. (28/02/2017); è stato pubblicato il decreto di nomina della Commissione giudicatrice deputata alla valutazione tecnico/economica delle offerte pervenute. (03/04/2017); è stato pubblicato il decreto di aggiudicazione definitiva. (02/08/2017) a FastwebS.p.A./VistrocisetS.p.A.La procedura pubblicata sul sito però si interrompe il 17 dicembre del 2018 con l’annuncio che è stato pubblicato il decreto di approvazione del verbale di collaudo positivo relativo alla fase 1. L’aspetto singolare è che non risulta ancora pubblicato il decreto di approvazione del verbale di collaudo positivo relativo alla fase 2. Infatti, il “piano di collaudo della fase 2” rappresenta la base di tutte le attività di verifica di conformità della fornitura e deve essere sottoposto a valutazione e approvazione da parte dall'Amministrazione. Nell’interpellanza, Giachetti ricorda che si è già rivolto al ministro della Giustizia e al ministro dell'Interno con l'interrogazione a risposta scritta n. 4/04994 del 24 marzo 2020, richiamata, a causa della mancata risposta, in Commissione Giustizia il 2 novembre 2020 con il n. 5/04922, interrogazione quest'ultima che, pur essendo trascorsi i 20 giorni previsti, non ha ancora trovato risposta. Interrogazioni e interpellanza dopo il nostro articolo «Secondo quanto riportato da un articolo de Il Dubbio pubblicato il 18 marzo 2020 – si legge nell’interpellanza urgente -, dalla relazione tecnica allegata al decreto-legge Cura Italia emerge che al momento e fino al 15 maggio siano disponibili solo 2.600 braccialetti, sebbene il contratto con Fastweb (che decorreva dal 31 dicembre 2018) prevedeva la fornitura di 1000-1200 braccialetti mensili per un totale, ad oggi, di 23 mila braccialetti». Giachetti prosegue sottolineando il fatto che «in un articolo pubblicato da corrierecomunicazioni.it del 4 aprile 2020 si dà notizia che Domenico Arcuri, Commissario Straordinario per l’emergenza coronavirus, ha affidato la fornitura di ulteriori 4.700 braccialetti e la gestione del relativo servizio a Fastweb, la stessa società con cui il ministero dell’Interno ha già siglato un contratto per la fornitura dei dispositivi».Nell’interpellanza si osserva che il braccialetto elettronico rappresenta uno strumento indispensabile per ridurre il sovraffollamento carcerario ed è previsto sia nel decreto Ristori che nella legislazione precedente. Viene sottolineato anche che notizie di stampa riferiscono costantemente dell'indisponibilità dei braccialetti elettronici, come denunciato dal Garante Regionale della Campania Samuele Ciambriello l'8 novembre scorso. Le domande poste dall’interpellanza sono chiare. Elenchiamole: se è stata effettuata, come previsto, la fase 2 del collaudo e, in caso affermativo, il motivo per il quale non è stato reso pubblico il relativo atto. Quanti sono, ad oggi, i braccialetti elettronici effettivamente prodotti, disponibili e operativi sul territorio nazionale. Se corrisponde al vero che il Commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, abbia affidato a Fastweb la fornitura di ulteriori 4.700 braccialetti. Infine viene chiesto «il motivo per quale ci sia stata l'esigenza di produrre ulteriori 4.700 braccialetti se alla data di aprile 2020 Fastweb avrebbe già dovuto consegnarne e rendere operativi tra i 13.000 e i 16.000». Ora ci si augura che venga chiarita la questione, nel momento in cui perfino la relazione del Senato relativa al decreto Ristori dà per assodato che da fine dicembre 2018 è partita la produzione di 1000-1200 braccialetti mensili. Una spiegazione dovrà essere fornita, anche perché non è stata di aiuto nemmeno l’ultima relazione della Corte dei Conti visto che non ha menzionato il discorso relativo ai costi dei braccialetti. Il giallo, forse, verrà svelato il prossimo venerdì.