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La procura di Agrigento indaga sul naufragio di mercoledì scorso, avvenuto al largo della Libia, in cui hanno perso la vita sei persone: tra loro anche un neonato di 6 mesi, Joseph, originario della Guinea. Le ipotesi di reato, al momento avanzate, sono naufragio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’indagine è coordinata dal procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, e dall’aggiunto Salvatore Vella. Un centinaio i salvati dall’equipaggio della Open Arms che oggi li ha trasbordati sulla nave quarantena Snav Adriatico, di fronte alle coste di Trapani. Il piccolo era stato recuperato in mare e curato dall’equipe medica a bordo, ma poi si è aggravato fino alla morte. È stato sepolto a Lampedusa, dove è stato trasportato insieme alla madre e a una donna incinta. A mezzogiorno l’addio al cimitero di Lampedusa: una bara bianca e il pianto della sua mamma. Secondo quanto riferito dalla ong spagnola, era stata chiesta, vanamente, l’evacuazione urgente per i più fragili, a partire proprio dal neonato. Morte e vita. Una donna, ospite dell’hotspot dell’isola, ha partorito su un elicottero del 118. È il pensiero va anche a sopravvissuti. «Finisce l’odissea», commenta Open Arms, «e la Libia adesso viene lasciata alle spalle. Che l’Europa garantisca loro una vita libera e serena, quella che ciascun essere umano ha il diritto di avere». Ma non si fermano gli avvistamenti, come quello di un barcone alla deriva con 80 persone a bordo, nelle acque internazionali al largo della Libia. Lo riferisce Alarm Phone: «Siamo stati allertati e abbiamo cercato di informare le autorità, ma l’Italia nega la responsabilità e la guardia costiera libica ha smesso di rispondere dopo il nostro primo allarme». Ancora in Sicilia. Sbarcati dalla nave quarantena «Suprema», proveniente da Lampedusa e ormeggiata ad Augusta, 382 migranti. I poliziotti hanno operato sulla nave che aveva a bordo 861 stranieri. Di questi, 382, ultimato il periodo di quarantena e risultati negativi al secondo tampone, sono scesi dalla nave. Eseguiti anche 201 provvedimenti di respingimento emessi dal questore di Siracusa nei confronti degli stranieri ’economicì e, pertanto, irregolari sul territorio dello Stato: 134 sono stati trattenuti presso i Cpr dislocati sul territorio nazionale dove sono stati accompagnati per essere successivamente rimpatriati nel Paese di origine, mentre per gli altri 67 è stato adottato il provvedimento di lasciare il territorio nazionale. Per i restanti 181 migranti, che hanno diritto a richiedere l’asilo politico, il prefetto di Siracusa, di concerto con il Dipartimento Libertà civili e delle immigrazioni del ministero dell’Interno, ha disposto che siano ospitati presso strutture di accoglienza. Nave «Suprema» ha poi fatto ritorno a Lampedusa per imbarcare altri stranieri.