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Vengono rispettati i protocolli di prevenzione da Covid 19 nel carcere calabrese di Rossano? È quello che si chiede l’associazione Yairaiha Onlus dopo aver appreso, il 2 ottobre scorso, che un detenuto è risultato positivo al rientro da un permesso e posto in isolamento nel carcere. «Nei mesi scorsi – scrive l’associazione in una lettera inviata alle autorità, dal Dap al ministero della Giustizia e quello della Salute - avevamo inviato a tutte le direzioni penitenziarie, compresa questa, formale richiesta per conoscere quali misure di prevenzione erano state adottate per prevenire il rischio contagio all'interno delle sezioni nel caso in cui si sarebbe verificato qualche contagio, richiesta rimasta senza nessuna risposta».
L’associazione Yairaiha ha appreso, con molta preoccupazione, che il detenuto risultato positivo al Covid 19 fino alla giornata del 7 ottobre «è posto in isolamento – si legge sempre nella missiva - non in una area attrezzata e separata dal resto della popolazione detenuta, bensì nella normale sezione di isolamento trattamentale dove si trovano collocati altri detenuti in isolamento volontario e/ o disci- plinare, oltre che lavoranti ed agenti che hanno continuato ad avere contatti con tutti i detenuti della sezione di isolamento e non solo». L’associazione ritiene che tale sistemazione «confligge apertamente con le disposizioni sanitarie indicate dalle autorità nazionali e internazionali richiamate nei Dpcm varati per tutelare la popolazione detenuta dal rischio contagio Covid 19». Viene fatto presente che le indicazioni fornite dalle organizzazioni e dalle convenzioni internazionali sono vincolanti per tutti gli stati membri ai sensi dell'art. 117 della Costituzione e che tutti i Dpcm varati in ambito penitenziario richiamavano espressamente le disposizioni dettate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, dal Centers for disease control and prevention CDC 24/ 7 Saving lives, protecting people e dal CPT del Consiglio d'Europa che prevedevano l'istituzione di specifiche zone di isolamento sanitario separate dalle normali sezioni detentive qual è, appunto, la sezione di isolamento. L’associazione ricorda inoltre che la tutela della salute dei cittadini, detenuti compresi, a prescindere dalla classificazione e dal circuito di assegnazione, è l'unico diritto fondamentale tra quelli contenuti nella nostra Costituzione. «Quanto sta avvenendo nell'istituto di Rossano – denuncia l’associazione Yairaiha - viola le norme costituzionali e ordinamentali mettendo a serio rischio la salute e l'incolumità dei detenuti e del personale».
Diversi sono i casi registrati in altre carceri, ma secondo l’associazione non si può pensare di contrastare la diffusione del virus nelle carceri lasciando che le persone contagiate vengano “isolate” nello stesso ambiente degli altri detenuti e il rischio che avvenga nelle carceri quanto avvenuto nelle Rsa è, purtroppo, ancora altissimo. «Riteniamo – si legge nella lettera inviata alle autorità - che la gestione del caso specifico di Rossano sia di una gravità tale che non può essere imputata ad una generica impreparazione all'emergenza sanitaria in atto, atteso che ormai siamo al 7° mese di emergenza Covid 19, né tanto meno si può ricondurre alle emergenze e carenze croniche delle carceri italiane». Yairaiha Onlus chiede, pertanto, «quali iniziative urgenti si intendono mettere in atto affinché la popolazione detenuta possa essere adeguatamente tutelata dal rischio contrazione Covid 19?».