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Forse si deve ricorrere a una suggestione vagamente dark, per far comprendere fino in fondo quanto sia rigorosa la procedura dell’esame da avvocato: a trasportare i plichi con gli scritti è un blindato della polizia penitenziaria; ad essere precisi, il compito è affidato al servizio Traduzioni, lo stesso che di solito trasferisce i detenuti da un istituto di pena all’altro, o dal carcere in cui scontano la pena al tribunale in cui si svolge il loro processo.
Meccanismo necessario per «assicurare la massima protezione degli elaborati da qualunque lontana possibilità che vengano manomessi», spiega il presidente della commissione centrale, Alberto Marchesi. Adesso, una certa difficoltà per i prossimi step della procedura d’esame poteva nascere proprio per i tempi del trasporto, considerato che l’emergenza sanitaria ha aggravato non solo il lavoro delle commissioni esaminatrici distrettuali, ma anche quello del Dap, da cui dipende appunto la polizia penitenziaria. Con un accordo raggiunto nelle ultime ore dallo stesso Dipartimento e dalla commissione centrale, è stato garantito che da domenica prossima i blindati cominceranno a trasportare i plichi con gli scritti dei 22.200 aspiranti avvocati dalle sedi in cui sono stati corretti a quelle dei distretti a cui i candidati appartengono.
Le commissioni distrettuali posseggono la tabella con le corrispondenze tra i codici degli scritti e i nomi dei candidati che rientrano in quel distretto. Ciascuna commissione, insomma, prima procede a correggere gli elaborati dei candidati che provengono da un altro distretto, a cui è abbinata, e poi riceve da un’altra commissione gli elaborati, corretti in forma anonima, dei futuri avvocati provenienti dal distretto della commissione stessa. Un sistema degno della tela di un ragno, che richiede una procedura altrettanto reticolare per il trasporto dei plichi.
Ora, ad oggi si sono concluse le correzioni in 25 delle 27 Corti d’appello in cui è suddiviso il sistema concorsuale. Le uniche in cui il lavoro non è ancora terminato sono quelle a cui tocca il maggior numero di candidati: ossia la commissione distrettuale di Roma, che corregge gli elaborati provenienti dai candidati del distretto di Milano, e la commissione distrettuale di Napoli, che valuta gli scritti prodotti dagli aspiranti avvocati di Roma. Hanno assicurato di farcela per il 31 luglio. Ma già da domenica 26 inizierà il trasporto dei plichi, in modo che nelle altri parti d’Italia si possano predisporre le tabelle con i risultati. Entro i primi giorni di agosto, quando anche le buste delle commissioni di Napoli e di Roma potranno essere spedite alle commissioni “abbinate”, saranno pubblicati tutti i risultati, in modo che a settembre si possa procedere alle prove orali.
«Considerate le enormi difficoltà che è stato necessario fronteggiare, si tratta di un traguardo notevole, reso possibile da quei commissari che hanno lavorato anche da remoto, dal loro impegno, dalla disponibilità della direzione generale del ministero della Giustizia e del Dap. Assicurare una accettabile tempistica anche nel dramma del covid non era scontato», spiega il presidente Marchesi.
A fine 2019 si erano presentati per gli scritti 22.200 aspiranti avvocati. A breve sapranno se saranno ammessi agli orali e nel giro di un paio di mesi potranno sostenerli. La macchina dell’esame di Stato ha resistito alle difficoltà. Forse persino più delle udienze nei Tribunali.