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Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha nominato Garante dei diritti dei detenuti Pietro Ioia e immediatamente sono insorti i sindacati della Polizia Penitenziaria e sulla loro scia molti altri che hanno ritenuto inopportuna tale scelta. Ma chi è Pietro Ioia ? Oggi sessantenne, in passato è stato condannato a 22 anni di carcere per traffico di stupefacenti.
Da 14 anni, da uomo libero, si occupa del recupero delle persone detenute ed è un punto di riferimento per le loro famiglie. Nel corso di tale attività ha denunciato, unitamente al Garante dei detenuti della Campania Adriana Tocco e alla Onlus “il carcere possibile”, quanto avveniva nella Casa Circondariale di Napoli - Poggioreale nella famigerata cella zero. Oggi il processo è pendente in primo grado e vede imputati alcuni agenti della Polizia Penitenziaria. Ha ricevuto il Premio Diritti Umani Stefano Cucchi. Ioia è anche scrittore e attore di cinema e teatro. La sua è una storia di totale recupero e di grande impegno sociale, ma comunque per molti resta un pregiudicato.
Una macchia indelebile riportata nel titolo di alcuni quotidiani, all’indomani della nomina e a cui hanno fatto riferimento tutti coloro ( molti purtroppo) che hanno aspramente criticato il sindaco.
Quanto accaduto ricorda la nomina di Adriano Sofri a coordinatore di uno dei Tavoli degli Stati Generali dell’Esecuzione Penale, quello dedicato alla cultura in carcere. Nonostante avesse scontato la sua pena e fosse da tutti riconosciuto un raffinato intellettuale, per aver anche scritto libri e articoli di fondo su importanti giornali, fu costretto a rinunciare all’incarico. Con le differenze del caso, essendo Sofri e Ioia persone con storie personali del tutto diverse, è di palese evidenza che entrambe hanno una competenza sul carcere che difficilmente può trovarsi in altre figure, pur autorevoli, ma che non hanno conosciuto il mondo dietro quelle mura, che spesso nascondono indifferenza verso i diritti dei reclusi.
Se Sofri rinunciò, ci auguriamo che Ioia resti al suo posto, perché la sua nomina è anche simbolo di riscatto ed esempio per altri che hanno avuto un burrascoso passato.
La circostanza che il segretario della Lega ed ex ministro dell’Interno si sia subito precipitato a Poggioreale, non per visitare il carcere, ma per sostenere - in un luogo non deputato a comizi politici - gli attacchi dei sindacati di Polizia Penitenziaria contro la delibera del Comune, è l’ennesima prova che in Italia si sta esplicitamente promuovendo un sentimento di odio verso le minoranze, tra cui ci sono immigrati e detenuti. Una campagna elettorale e non solo - che mira ad eliminare la tutela dei diritti di tali persone, le garanzie ed i Garanti.
Le ulteriori recenti critiche all‘ Ufficio del Garante Nazionale da parte dei sindacati della Polizia Penitenziaria, che continuano ad avere sostegno e solidarietà da alcune forze politiche, è un segnale inquietante che dovrebbe far riflettere tutti coloro che hanno a cuore la civiltà giuridica del nostro Paese, fino ad oggi tutelata dalla Costituzione.
Responsabili Osservatorio Carcere Unione Camere Penali Italiane